Il centrodestra vince 5-1, ma prevale sempre la scelta del candidato

Martedì 6 Ottobre 2020 di Alberto Francesconi
Il centrodestra vince 5-1, ma prevale sempre la scelta del candidato
MESTRE - Cinque sindaci al centrodestra, uno al centrosinistra. L’esito della tornata elettorale del 20 e 21 settembre mostra dal punto di vista numerico solo un leggero scostamento rispetto alle situazione precedente, con Torre di Mosto che dalla civica di Giannino Geretto ha cambiato colore con Maurizio Mazzarotto, sindaco centrista che guarda al centrodestra. 
L’analisi politica presenta però aspetti più interessanti. In primo luogo perché in gioco c’era il capoluogo dell’area metropolitana, riconquistato al primo turno da Luigi Brugnaro che ha tenuto il centrosinistra di Pier Paolo Baretta al 29% e il Pd al 20, minimo storico in una città dove la sinistra rimane abbarbicata nel fortino del centro storico, ma non nei quartieri operai e nelle aree più popolari della città. Un successo personale della lista fucsia del sindaco, che in questa occasione ha approfittato del traino del centrodestra al completo, a cominciare dalla Lega. A Venezia il Carroccio (12,37% la percentuale dei voti) ha visto leggermente smorzato il successo a livello regionale alimentato dall’effetto Zaia che visto la propria lista triplicare i consensi rispetto a quelli della “casa madre” leghista. Ma il risultato dovrebbe garantire nella Giunta che oggi Brugnaro presenterà alla città un peso specifico superiore rispetto al passato.
A Portogruaro invece la Lega ha fatto risultato pieno, smarcandosi dalla sindaca uscente Maria Teresa Senatore e imponendo il proprio candidato Florio Favero, che ieri al ballottaggio ha conquistato la fascia tricolore trascinando con sè il centrodestra compatto, Senatore compresa. Nel Veneto orientale del resto la Lega è da anni il partito egemone che ha portato in Regione due consiglieri (Fabiano Barbisan e Francesco Calzavara) pur dovendo rinunciare a candidare il vice presidente veneto uscente Gianluca Forcolin. Meno chiaro lo zampino della Lega a Eraclea, il Comune scosso dall’inchiesta e dal processo sulle infiltrazioni della camorra, dove ha vinto un’altra candidata del centrodestra, Nadia Zanchin, che ha superato il candidato Gian Andrea Babbo sul quale il Carroccio aveva ufficialmente puntato le sue fiches. In compenso il centrodestra a Est di Venezia ha fatto cappotto con la netta conferma di Roberta Nesto a Cavallino Treporti, Comune balneare duramente toccato dall’emergenza sanitaria che ha fatto tremare il comparto turistico, e a Torre di Mosto, dove da quattro tornate a questa parte vige il patto dell’alternanza: anche questa volta l’esito del voto è stato deciso da una manciata di voti - 72 per l’esattezza - a favore di Maurizio Mazzarotto, storico punto di riferimento dell’Udc locale.
A reggere il centrosinistra alle urne è rimasto solo Alberto Polo, sindaco riconfermato a Dolo dove pure la Lega alle Regionali, sommando i voti a quelli della lista Zaia aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi. Il risultato maturato in Riviera a favore di Polo e ancora più significativo se si pensa che c’erano soltanto due liste a confrontarsi e che pochi giorni prima del voto era arrivato Matteo Salvini in persona a sostenere la candidatura di Ivano Michelotto. Un dato che serve forse a confermare la natura amministrativa del voto, dove è la figura del sindaco, più del partito, a fare la differenza. Il voto di queste settimane l’ha dimostrato.
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