Venezia. Dopo la vittoria Fratelli d'Italia presenta il conto al sindaco Brugnaro: «Non chiediamo nulla, ma...»

Mercoledì 28 Settembre 2022 di Michele Fullin
Le richieste di Fratelli d'Italia a Brugnaro

VENEZIA - Smaltita la sbornia per chi ha vinto e assorbito lo smacco per chi non è andato così bene come credeva, a due giorni dalla consultazione elettorale, la situazione sul territorio veneziano non è più la stessa di prima. L'exploit (inatteso anche per le sue punte di diamante) di Fratelli d'Italia, il non decollo del Pd e i flop di Lega e Coraggio Italia del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, hanno lasciato una cicatrice che è dura da rimarginare e che farà sentire i suoi effetti ancora a lungo.

Certo è che sono cambiati i rapporti di forza rispetto al 2020 e difficilmente Fdi potrà essere trattato come un comprimario anche se i numeri espressi in Consiglio riflettono l'esito delle urne di due anni fa.


FRATELLI D'ITALIA
Ora che ha stravinto, il partito di Giorgia Meloni sembra aver adottato questa policy: non chiederà nulla ai suoi alleati nelle amministrazioni locali e nelle regioni.
«Nei confronti degli alleati - dice Lucas Pavanetto, coordinatore provinciale Fdi - ci sarà lo stesso comportamento di prima nei loro confronti. Quello che cambia sono i rapporti di forza. Penso che un politico intelligente capisca che le elezioni non abbiano premiato chi è forte e ha i numeri, ma chi ha governato meglio e si è rivelato affidabile».
È il caso di Venezia, amministrata da Brugnaro e dalla sua civica dai grandi numeri.
«Non chiederemo nulla - continua - ma immagino saremo trattati in modo diverso, sapendo che il quadro attuale è diverso da quello di due anni fa quando noi eravamo sì un alleato affidabile ma non avevamo i numeri per una squadra di governo. E così ci presenteremo alle prossime elezioni».


CORAGGIO ITALIA
In casa di Noi Moderati ci si sta invece leccando le ferite, dopo il deludente risultato nazionale e lo striminzito 3.6 per cento raggiunto a Venezia. Brugnaro si consola per il fatto di essere riuscito a portare in Parlamento la sua fedelissima Martina Semenzato, candidata nell'uninominale a Venezia e di essere entrato a pieno titolo nella maggioranza governativa. Tuttavia, lo sforzo elettorale è stato notevole, con il sindaco e il suo staff elettorale a girare il Veneto incessantemente e anche diverse parti d'Italia. E notevole deve essere stato anche l'impegno finanziario. E poi, c'è da capire come sia stata conservata solo una frazione dei voti raccolti nel settembre 2020. È anche per questo che dalla casa fucsia in questi giorni non si sente volare una mosca.


PARTITO DEMOCRATICO
Anche in casa Pd è tempo di bilanci. Non è andata come ci si aspettava, non si è arginata la marea montante da destra, ma comunque non c'è stato alcun tracollo a livello locale. I segretari a livello regionale, provinciale e comunale sono stati eletti da poco e quindi, a differenza del congresso nazionale con Enrico Letta dimissionario, sul territorio veneziano si riprende semplicemente a lavorare per costruire un'alternativa nel 2025.
«Con la nuova segreteria comunale e metropolitana - spiega il segretario metropolitano, Matteo Bellomo - un percorso di rafforzamento è stato fatto, anche se la scadenza elettorale ha distratto il lavoro di rigenerazione portato avanti con Monica Sambo (Comune) e Andrea Martella (Regione). Prendiamo quindi atto del risultato di Fdi, Lega e Brugnaro. Noi continuiamo il nostro lavoro consapevoli di essere una forza che si candida a governare Venezia senza farsi distrarre dai risultati altrui. Quello che emerge da questa campagna - prosegue - è che c'è voglia di relazionarsi, stare sul territorio, cercare soluzioni nuove per rispondere a una fetta di cittadini che, a fronte dell'ascensore sociale bloccato, cerca di volta in volta di dare uno scossone. Dobbiamo per questo raddoppiare gli sforzi, che in campagna elettorale sono già stati molto intensi. Non è che ci richiudiamo nelle sedi fino alle prossime elezioni».

 

Ultimo aggiornamento: 19:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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