Niederauer, il presidente americano in laguna: «Il segreto? Siamo una famiglia»

Sabato 29 Maggio 2021 di Marco De Lazzari
Il presidente Duncan Niederauer

VENEZIA - Nel ramo della finanza è un autentico guru Duncan Niederauer, per quasi 7 anni nientemeno che Ceo della Borsa di New York.

Tuttavia, parlando di calcio e di un Venezia retrocesso sei mesi prima in Serie C, più di qualche dubbio l'aveva sollevato, nel febbraio 2020, il suo benservito al vulcanico Joe Tacopina per mettersi in prima persona al volante del club. Risultato? Battendo sul suo motto «parlo poco, faccio molto» Niederauer ha riportato il Venezia in quella Serie A dalla quale si era congedato nel 2001/02 e, il prossimo 13 agosto, si presenterà al cospetto di tutte le big del calcio nostrano. «Prima di questo campionato gli esperti si aspettavano che lottassimo per la salvezza, ora invece siamo in Serie A ricorda con orgoglio . Per tutta la stagione abbiamo creduto nei nostri ragazzi, li abbiamo sostenuti e facendo del nostro meglio per far sì che potessero raggiungere gli obiettivi prefissati».


ORGOGLIO
Parole di gioia e fierezza sufficienti a far percepire tutta la sua diversità caratteriale rispetto al predecessore Tacopina. Anche se a promozione conquistata Niederauer si è concesso un tuffo nel canale all'esterno del Penzo, mentre oggi pomeriggio si godrà il corteo acqueo in Canal Grande simbolo del trionfo. «Sono rimasto accanto alla squadra nei momenti belli e difficili. Il 17 aprile a Salerno hanno subìto un risultato duro da digerire (dall'1-0 all'1-2 nel recupero con palesi errori arbitrali, ndr) e forse ingiusto, ma dopo quella delusione non hanno più perso in 9 gare. È grazie a questa tenacia se il Venezia giocherà in Serie A».
Il numero uno lagunare è dal 2015 nel pool di finanziatori statunitensi del club (al fianco dei quali c'è pure l'ex bandiera dell'Inter, Ivan Cordoba con una piccola quota) e l'anno prima aveva collaborato come consigliere e consulente del colosso calzaturiero montebellunese Geox. Nato a New York il 7 settembre 1959, nell'agosto 2014 aveva concluso il suo mandato più prestigioso di amministratore delegato (Ceo) dello Stock Exchange più famoso del pianeta, la Borsa di Wall Street, dov'era approdato con l'incarico di contrastare la concorrenza dei grandi rivali del Nasdaq. Laureatosi nel 1981 in economia e commercio alla Colgate University, nel 1985 l'approdo alla Goldman Sachs con in mezzo un triennio a Tokyo occupandosi di derivati e prodotti giapponesi. Dopo tanta finanza il suo prossimo, gravoso impegno, sarà quello di strappare una deroga per l'ultracentenario e vetusto stadio Penzo, affinché il suo Venezia non debba giocare in esilio la Serie A ritrovata. «In una stagione ricca di successi, tutti i ragazzi si sono distinti per raggiungere quello che hanno realizzato giovedì - sottolinea-. Hanno capito sin dall'inizio che passare in Serie A avrebbe assicurato ai loro nomi di essere per sempre legati alla storia del calcio nella città di Venezia, e si sono dimostrati all'altezza della sfida. Per tutto l'anno abbiamo parlato di costruire una famiglia, di sostenerci a vicenda e tutti hanno visto questa mentalità. Col Cittadella abbiamo giocato con un uomo in meno per un'ora, ma questo Venezia era destinato a non fallire».
 

Ultimo aggiornamento: 17:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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