MESTRE - In quei video ha rivisto il suo passato. Le pagine che ripercorrevano i momenti della sua vita in cui era più fragile, immerso in un mondo fatto di dipendenza e solitudine, erano lì, in rete, alla mercé di tutti. Alessandro Sangalli, 28enne mestrino, ha chiesto più volte a quel sito di sedicenti giustizieri del decoro urbano di rimuovere i filmati in cui lui, al tempo poco più di uno scheletro di 50 chili, vagava confuso e intorpidito dal crack e dall’eroina. A quel punto, l’idea di ribattere trasformando quelle testimonianze in una storia di riscatto, la sua: ha montato i video raccontando chi era e cos’è diventato. Dalle felpe sporche e logore alla giacca e alla cravatta, dai bivacchi all’ex scuola abbandonata Monteverdi di Marghera al matrimonio e alla nuova casa con la moglie, Serena. «Non posso dimenticare chi sono stato: 8 anni vissuti per strada. Non posso rimuovere il dolore di una vita intera, non posso riavere la mia infanzia. Posso impegnarmi però giorno dopo giorno per poter dare al mio futuro figlio tutto ciò che non ho avuto». Il video, postato su Tiktok, è diventato virale: in pochi giorni ha registrato 246mila visualizzazioni e 27mila like.
IL RACCONTO
CARCERE E NUOVA VITA
Poi, però, arriva il carcere. «Sono stato condannato a un anno e nove mesi per furto e rapina. Qui ho deciso di mettere la testa a posto: ho iniziato a disintossicarmi. È stata dura, all’inizio mi tremavano le gambe e non avevo le forze. Quando sono uscito, a novembre 2020, sono andato in comunità e poi ho trovato lavoro, qui ho conosciuto Serena». Lei, 22 anni, è una studentessa di lingue orientali a Venezia e fa la volontaria alla mensa dei poveri del quartiere Cita di Marghera. I due si conoscono al ristorante in cui lavorano ed è subito colpo di fulmine. «Ci siamo sposati a settembre, ora sono felice. Ho iniziato a vivere a 28 anni: lavoro 8 ore al giorno, prima rubavo e spacciavo. Ogni tanto vedo la gente che era in carcere con me, in strada con me, che non ne esce. Mi guardo e mi dico: tu ce l’hai fatta. Te lo giuro: quando passo in via Piave, oggi, mi viene ancora da piangere. Quando esci da una cosa del genere, quando ce la fai, vorresti che tutti quanti ci riuscissero. Vorresti aiutarli, in qualunque modo, vorresti salvarli. Il mio sogno, il mio obiettivo, ora è diventare utile a chi sta passando ancora quello schifo. E spero che questo video possa essere un primo passo per spingere qualcuno a chiedere aiuto».
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