Stroncati da overdose: due vittime dell'eroina a Mestre in poco più di un'ora

Domenica 1 Maggio 2022 di Monica Andolfatto
Controlli dei carabinieri al parco della Bissuola
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MESTRE - Due overdose mortali nel giro di poco più di un’ora. Succede a Mestre. E la città ripiomba nell’incubo dell’eroina killer, la droga che uccide.

Come nel 2018, quando nel giro di un anno nell’hinterland veneziano si registrò una quarantina di decessi tutti ricondotti appunto all’eroina, quella gialla, con un principio attivo molto più potente di quella “classica” e a totale appannaggio dello spaccio nigeriano. La reazione delle forze dell’ordine fu durissima. La polizia scatenò l’offensiva con l’operazione San Michele e la maxiretata che coinvolse le vie del quartiere Piave adiacenti alla stazione ferroviaria. L’inchiesta, coordinata dalla pm Paola Tonini e condotta dalla Squadra mobile lagunare, segnò un colpo durissimo al racket della mafia nigeriana. Adesso il timore è che il copione si possa ripetere.

G.A. sessant’anni è spirato nella sua abitazione di via Garigliano. Poco prima delle 18 di giovedì scorso. Ad avvertire i carabinieri sono stati gli operatori del Suem intervenuti dopo la telefonata di aiuto. Nonostante tutti i tentativi di rianimazione per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Non sono ancora le 19 dello stesso giorno e la tragica trama si ripete in via Rielta: anche F.C. è nella casa in cui risiede, di anni ne ha 49 e pure per lui i soccorsi purtroppo si rivelano inutili. Ai militari dell’Arma non resta che prendere atto di essere di fronte all’ennesima vita stroncata dall’assunzione di sostanza stupefacente e informare il magistrato di turno.

5 morti da gennaio

Dall’inizio del 2022 sono cinque. La cronaca nera infatti ha registrato in precedenza la morte di un 24enne di Pordenone in una stanza dell’Hotel Giovannina, di un 38enne alloggiato in un ostello di via Ca’ Marcello e di un 40enne ritrovato nella propria abitazione in quartiere Pertini. A questo punto parlare di emergenza non è certo fuori luogo. E le indagini si fanno serrate coinvolgendo anche la polizia. Si fa strada l’ipotesi che ad ammazzare queste persone, chi più chi meno con un passato e un presente di tossicodipenza, sia una partita di droga tagliata male oppure con talmente intensa da causare un arresto cardiocircolatorio che non perdona. Al Serd di Mestre, infatti, hanno spiegato che nel mercato circolano anche surrogato sintetici dell’eroina, i cosiddetti “fentanili” che prendono il nome da un analgesico piuttosto forte, il “Fentanyl” e che sono anche mille volte più potenti della stessa eroina. E non c’è Naxolone che tenga: per queste schifezze l’antidoto iniettato per contrastare l’overdose in atto da oppiodi è scarsamente efficace.

Parco Bissuola crocevia

A colpire nel caso della due ultime vittime, oltre alla contiguità temporale, c’è pure quella spaziale. Risultano vivere entrambi alla Bissuola, la zona di Mestre dominata dall’omonimo grande giardino pubblico. Un parco purtroppo diventato suo malgrado crocevia o piazza di spaccio più o meno organizzato. Può essere qui che i due hanno acquistato la dose che li ha ammazzati. Gli investigatori stanno analizzando i tabulati dei loro cellulari e passando al setaccio rubriche e contatti. Si cerca di ricostruire i loro movimenti a ridosso dell’evento che non ha dato loro scampo. Si cerca il pusher o comunque chi gli ha venduto o ceduto la droga. Che Mestre possa venire considerata uno snodo strategico per il traffico, lo smercio e il consumo di droga, lo conferma il recente sequestro eseguito dagli agenti del commissariato cittadino che hanno arrestato un 19enne dell’Europa dell’Est che custodiva qualcosa come due chili e mezzo di cocaina. Un quantitativo ingente che di sicuro non può essere gestito da una ragazzetto imberbe e solitario. È la prova che il business della droga non sente la crisi e che le organizzazioni criminali internazionali giudicano il territorio lagunare irrinunciabile per i loro affari.

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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