Controlli sulla movida “pendolare”
Chiuso il Cocoricò tutti a Jesolo

Lunedì 17 Agosto 2015 di Giuseppe Babbo
Poliziotti verificano la notte di Jesolo
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JESOLO - «Chiudere le discoteche non serve a nulla, lo spaccio avviene fuori». È il parere del popolo della notte, migliaia di ragazzi e ragazze arrivati in città da tutta Italia per passare la notte di Ferragosto e ballare fino a mattina la musica dei migliori dj internazionali. Tra loro c'è anche chi frequentava il Cocoricò a Riccione: l'arrivo a Jesolo è stato il "piano B" per tanti giovani. Il viaggio nel cuore della movida inizia attorno all'1 dalle piazze del lido: per tutti il punto d'arrivo coincide con le discoteche "Il Muretto" e "Kings", due tra i locali di riferimento dell'intero Nordest e non caso venerdì notte tenuti sotto controllo con un apposito servizio interforze predisposto dalla Questura di Venezia.

Una presenza massiccia di forze dell'ordine, che non ha fermato il divertimento. Semmai ha dato delle garanzie di sicurezza in più. Così, tra chi rimane fuori nel parcheggio a bere gli alcolici portati da casa per «risparmiare qualche soldo», c'è chi prova a spiegare la situazione. «Dopo i fatti degli ultimi giorni è comprensibile che vengano avviati tutti questi controlli - dice Alessandro da Milano, appositamente arrivato a Jesolo per passare la notte al Muretto - però lo spaccio di droga non è nato ieri: come spesso accade in Italia l'attenzione si alza solo in occasione di fatti tragici».

«I locali non hanno colpa - aggiunge Fabio, di Novara che giusto un anno fa era stato al Cocoricò e che alloggia in zona - la colpa è di chi assume la droga: oggi siamo tutti informati, i rischi sono conosciuti. Basta digitare la parola "Mdma" su Google e ti arrivano tutte le risposte che cerchi».

Ultimo aggiornamento: 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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