Droga e sbandati nel parcheggio interrato, i residenti fotografano e denunciano

Lunedì 24 Agosto 2020 di Filomena Spolaor
Il parcheggio di piazzale Leonardo Da Vinci
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MESTRE - I tossicodipendenti si “bucano” da tempo nel parcheggio interrato di piazzale Leonardo Da Vinci. Chi ha il posto auto fisso, ma anche chi posteggia la macchina per lavoro a Mestre, li scorge sulla rampa che conduce al secondo piano. Chiuso da una saracinesca, ma in pendenza, e quindi nascosto.
Le fotografie scattate da cittadini che usufruiscono del park, ma anche da alcuni residenti, testimoniano la presenza di tracce di sangue, resti di bottiglie, lattine, stagnola per scaldare l’eroina, siringhe usate. «Io e il mio socio ogni mattina parcheggiamo l’auto nel garage - racconta Tiziano De Rossi, titolare del negozio Buffetti in via Cappuccina - e vediamo tossicodipendenti, da soli o in coppia, sia verso le 9.30 sia quando andiamo a riprendere l’auto, verso le 19.30. Qualche volta anche a pranzo». Dopo diverse segnalazioni, il proprietario del parcheggio ha installato un cancello di ferro al primo piano, ma non è ancora attivo. E’ stata montata anche una grata metallica nella parte superiore, per evitare che qualche malintenzionato possa scavalcare la cancellata.
De Rossi spiega che da mesi vede giovani tossicodipendenti bucarsi anche sotto il portico del suo negozio, oppure utilizzare la cabina telefonica di fronte per scambiarsi la droga. «L’altro giorno sono sceso nel garage - dichiara un residente della zona - e ho visto una siringa utilizzata, abbandonata sopra un bicchiere di plastica da caffè, tra macchie di sangue. Ma è tutta la zona, da via Dante e via Cappuccina, fino alla mensa di Ca’ Letizia in via Querini e via Carducci, a costituire un anello pericoloso, con il passaggio quotidiano di sbandati». Adiacenti al piazzale Leonardo Da Vinci, ci sono le Case dei Ferrovieri.
Durante il lockdown, i residenti hanno creato un gruppo whatsapp: durante il Covid si aiutava chi era a rischio di contagio, o aveva bisogno di un aiuto per fare la spesa, da qualche tempo circolano invece fotografie con scambi quotidiani di droga. «Si vedono numerosi spacciatori nigeriani in bicicletta - dice un residente - ma le fotografie documentano anche tossici che utilizzano le grate sotto le finestre di via Dante per raccogliere le dosi nascoste. Gli spacciatori si sono organizzati, assumendo alle loro dipendenze giovani leve incensurate». Nella fase due della pandemia, i cittadini di via Ariosto e via Petrarca hanno deciso di condividere delle serate di proiezioni cinematografiche sui muri delle case, anche per contrastare il traffico di droga, e a settembre nascerà ufficialmente il comitato di quartiere. «La presenza delle forze dell’ordine è costante - concludono i cittadini - ma solo attraverso una riforma giudiziaria che comporti la certezza della pena il loro operato potrà avere efficacia. Oggi in molti casi gli spacciatori che vengono denunciati in pochi giorni tornano in libertà».
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