'Ndrangheta in Veneto: 33 arrestati e 100 indagati. Infiltrazioni già nel 1981

Mercoledì 15 Luglio 2020
Il procuratore Bruno Cherchi
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VENEZIA - Nelle prime ore della mattinata odierna il Ros, con il supporto dell'arma territoriale in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Calabria, ha eseguito un'ordine di custodia cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Venezia su richiesta della locale Dda, nei confronti di 33 indagati per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi, con le aggravanti mafiose.

Contestualmente, si è proceduto alla notifica di più di cento informazioni di garanzia e a numerose perquisizioni e sequestri di beni, mobili e immobili, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. I provvedimenti scaturiscono da un'attività investigativa avviata per accertare la presenza, in Veneto, di strutture ndranghetiste. I dettagli dell'operazione sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la Procura della Repubblica - Dda di Venezia, alla quale hanno partecipato il procuratore della Repubblica di Venezia, Bruno Cherchi, e il comandante del Ros, generale di divisione Pasquale Angelosanto.

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L'INDAGINE
L'operazione dei carabinieri del Ros ha tagliato la testa al Taurus di una consorteria partita, appunto, da Gioia Tauro, a Reggio Calabria, e arrivata a Verona dove si è poi stanziata nel lontano 1981. È qui, precisamente a Sommacampagna, che le indagini hanno localizzato una strutturata consorteria 'ndranghetistica riconducibile alle famiglie Gerace, Albanese, Napoli e Versace originarie della piana di Gioia Tauro e con ramificazioni in diversi comuni della provincia di Verona come Villafranca Veronese, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala. In particolare è stato possibile fare emergere importanti elementi di responsabilità partecipativa alla struttura 'ndranghetista con articolata divisione dei compiti all'interno del sodalizio, nonché la sua costante connessione con il 'Crimine di PolsI' in Calabria (la struttura di governo e decisionale al di sopra dei 3 mandamenti in cui è stata suddivisa la Calabria, Jonico, Tirrenico e Città, e di tutti i 'locali', dove si svolgono le riunioni degli ndranghetisti, presenti nel resto d'Italia e del mondo), confermando ulteriormente il carattere unitario della 'ndrangheta.

IL PRESIDENTE

«Esprimo la gratitudine di tutti i veneti perbene alla Dda di Venezia, al Procuratore della Repubblica Bruno Cherchi, al Comandante del Ros Pasquale Angelosanto e a tutti i suoi uomini per averci regalato una giornata radiosa nella lotta quotidiana alla criminalità organizzata che cerca spietatamente di infiltrarsi nella nostra regione».

Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Abbiamo - aggiunge Zaia - l'ennesima conferma dell'ottimo lavoro quotidiano della Dda veneziana e della Procura nel contrasto a un fenomeno criminale che semina morte con la droga e che, con molti altri gravi reati, mette a rischio l'economia e il lavoro della gente per bene. Questa, come altre in precedenza, è un'operazione a difesa delle persone e, al contempo, dell'economia reale, per garantire la libera concorrenza in un ambiente pulito e non drogato da attività illecite. Siamo in ottime mani - conclude - perché con questa professionalità e tenacia, altri successi arriveranno. La malavita tutta sappia che, in Veneto, c'è tanta gente che le renderà la vita sempre più dura».

Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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