L'albergatore: «Offro un lavoro alla donna che vive sotto la tangenziale»

Venerdì 3 Febbraio 2023 di Nicola Munaro
L’auto nella quale da un anno vive la trentacinquenne

MESTRE - L’ha anche cercata di persona. Per due volte Odino Polo, proprietario dell’hotel La Commedia di Venezia - quattro stelle a due passi da campo San Luca - è andato di notte al park scambiatore di via Miranese, sotto la tangenziale.

Voleva incontrare la trentacinquenne del Congo che da forse più di un anno vive lì, dormendo nella sua Citroen C3 che sposta ogni giorno per poi tornare sempre lì. «Non sono riuscito a trovarla - dice Polo - Volevo parlarle per offrirle un colloquio e quindi un lavoro nella mia struttura. Ritenterò in ogni modo, intanto spero che lei sappia che la sto cercando».

L’OFFERTA
Da quando la sua storia è stata raccontata da Il Gazzettino, è diventata virale. «Ho letto la sua storia e ho pensato che si poteva fare qualcosa di buono da parte nostra e che le poteva riscattare le tante sofferenze», spiega il proprietario de La Commedia. Che senza mezzi termini è pronto a offrire un contratto alla trentacinquenne africana, lei che in Italia ha già lavorato come operatrice socio-sanitaria in strutture private del Veneziano e che parla inglese, francese, italiano. «Abbiamo grosse difficoltà a reperire personale che sappia bene le lingue straniere, condizione necessaria per dipendenti - continua Odino Polo - Dopo essere venuto a conoscenza della sua vicenda sono andato a fare un giro ma non l’ho vista. Pensavo di incaricare le agenzie di guardia del mio albergo se hanno motivo di fare servizi in quelle zone, di avvicinarla e spiegarle la mia offerta. Spero la si riesca a contattare o si faccia viva: a questo punto dipende anche da lei, sono pronto ad assumerla, per quelli che sono bravi noi non ci fermiamo allo stipendio sindacale, ma esiste la meritocrazia».
 

I RUOLI
Il proprietario de La Commedia ha anche immaginato quale ruolo la trentacinquenne potrebbe ricoprire. «Ci mancano due facchini, un portiere di notte e anche una figura di jolly-bar, soprattutto per le colazioni». Oltre al contratto, sul piatto c’è anche un tetto dove poter dormire. «In base alla sua disponibilità noi possiamo darle sia il lavoro, qualificandola valutando le sue capacità di inserimento attraverso un colloquio e una prova, sia la casa: abbiamo degli appartamenti a Mestre, con comodi collegamenti per Venezia, dove abitano già altri dipendenti. Spero di poterle parlare il prima possibile».
 

LA STORIA
È da più di un anno che la trentacinquenne vive lì, nella sua auto, lavando i vestiti ogni giorno alla fontanella di Villa Ceresa per poi stenderli sulle ringhiere del parcheggio. «Sono una operatrice socio-sanitaria diplomata regolarmente, ma sono rimasta senza lavoro perché sono no vax. Quando è arrivato il Covid e bisognava vaccinarsi ci hanno cacciati tutti - la sua versione -. L’unica alternativa era fare il tampone ogni due giorni per lavorare, ma non potevo certo permettermi di pagare 15 euro ogni volta». Per un po’, finché è arrivata, ha tirato avanti con la Naspi, ma poi è cessata anche questa indennità e si è trovata senza alcuna entrata. «Mi hanno messa fuori anche dall’alberghetto dove dormivo, e così non mi è rimasto altro che dormire in macchina. Sono qui da tanto, da più di un anno». Ma l’orizzonte potrebbe promettere altro: un lavoro e una nuova vita, lontana dai sedili di una Citroen C3 e dal parcheggio sotto una tangenziale.

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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