Crolla il soffitto nel centro migranti a Villa Spica

Mercoledì 8 Maggio 2019 di Davide Tamiello
L’INTERVENTO I vigili del Fuoco ieri durante la ricognizione a villa Spica dove c’è stato il crollo del soffitto in un locale
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La polemica su quella villa dura da anni. Da una parte la prefettura, che a prescindere dalla volontà del Comune, l’ha trasformata in una struttura per l’accoglienza dei migranti, dall’altro il sindaco Alberto Polo, appunto, che a colpi di esposti e interrogazioni, ha chiesto a tre prefetti di fare marcia indietro e svuotare quella residenza, vincolata peraltro dalla soprintendenza in quanto bene storico e artistico.
 
Il caso villa Spica, però, riguarda soprattutto la sicurezza, considerando il fatto che la struttura, nonostante i restauri, ha decisamente un’età. E un paio di giorni fa ne è arrivata la prova: dopo le piogge dei giorni scorsi, una parte dell’intonaco ha ceduto, facendo crollare parte del soffitto. Non si è fatto male nessuno, ma calcinacci e travi sono piombati in mezzo al salone.
LA VICENDA
La villa di via Matteotti appartiene a un privato che, nel 2016, trovò un accordo con l’allora prefetto Domenico Cuttaia per accogliere i migranti. Il proprietario mise la struttura, ma per gestirlo serviva un ente terzo. E chi vinse l’appalto? La padovana Edeco, la maxi cooperativa che gestiva anche i Cas di Cona e Bagnoli, finita poi al centro di un paio di inchieste giudiziarie delle procure di Padova e Venezia che hanno visto, tra gli indagati, ex prefetti e funzionari del settore immigrazione. Al momento, nella villa, ci sono 64 ospiti tra donne e bambini. Dalla prefettura rispondono che quel locale in cui è avvenuto il crollo non è frequentato dagli ospiti ed è lontano dagli alloggi, quindi non ci sarebbero state condizioni di pericolo. Dalle foto, però, si nota uno stendibiancheria, proprio a due passi dal tavolo su cui sono caduti i calcinacci. Sembrerebbe, quindi, che almeno in parte, quella zona, venisse utilizzata dai migranti o da chi gestisce la struttura. Sempre da Ca’ Corner assicurano che la proprietà si attiverà quanto prima per riparare i danni e ristrutturare il soffitto e che, nei prossimi giorni, i vigili del fuoco faranno un sopralluogo per verificare le condizioni di agibilità della villa. Nel frattempo, comunque, donne e bambini rimarranno al loro posto e non verranno trasferiti poiché la zona degli alloggi non è stata intaccata.
LA POLEMICA
«La prefettura ci ha sempre tagliati fuori dalla gestione di quella villa. Quando abbiamo chiesto spiegazioni siamo stati liquidati con un lapidario: “Non è affar vostro”. E anche in questo caso, di fronte a un crollo, Ca’ Corner si è ben guardata dall’informarmi». Per il sindaco di Dolo, Alberto Polo, villa Spica è un fronte aperto da tre anni. «Ci siamo opposti da subito ed è dal 2016 che chiediamo lo svuotamento di quella struttura - continua - per motivi di opportunità e di sicurezza: non dimentichiamo che quello è anche un bene vincolato dalla soprintendenza. Ho espresso le mie perplessità a Domenico Cuttaia prima, a Carlo Boffi poi e infine mi sono ripetuto con l’attuale prefetto, Vittorio Zappalorto. Nessuno ha voluto darmi ascolto». Inoltre Edeco, nonostante i guai giudiziari, ha partecipato anche al bando, quello scaduto il 30 aprile scorso, mettendo a disposizione i posti della residenza a villa Spica. Con ogni probabilità (visto che la prefettura ha bisogno di 900 posti e, per ora, gli otto candidati tra cui Edeco, patriarcato ed Emergency, ne hanno proposti solo 355) il contratto d’appalto verrà rinnovato.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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