Dolo. "Falso samaritano" investe una 87enne in bici, poi torna fingendosi un soccorritore: l'anziana resta invalida

Giovedì 15 Dicembre 2022 di Redazione web
"Falso samaritano" investe una 87enne in bici, poi torna fingendosi un soccorritore: l'anziana resta invalida

DOLO"Falso samaritano" investe una 87enne in bici, poi torna fingendosi un soccorritore: l'anziana resta invalida.

Il pubblico ministero della Procura di Venezia Elisabetta Spigarelli ha disposto la citazione diretta in giudizio per A. F., 38 anni, che con la sua auto avrebbe investito una 87enne in bicicletta, sparendo poi dalla scena dell'incidente. Salvo tornare più tardi fingendosi un soccorritore. Solo la mattina seguente l'investitore si è presentato alle forze dell'ordine.

Il fatto

Il fatto è avvenuto a Sambruson di Dolo il 17 ottobre 2018. Chiuse ora le indagini preliminari, il 38enne andrà a processo per il reato di lesioni personali stradali gravissime. Il conducente della vettura investitrice dovrà comparire davanti al giudice monocratico lagunare l’8 giugno 2023.

L’incidente è successo alle 18.45 in via Badoera, tratto della Strada Regionale 11: l’anziana, che abita nelle vicinanze, stava rincasando in sella alla sua bicicletta e procedeva regolarmente lungo il margine destro quando l’imputato, che sopraggiungeva nella stessa direzione, via Argine Sinistro, alla guida di una Renault Scenic, «con imprudenza - come riporta l'atto del Sostituto Procuratore - negligenza e imperizia, nonché omettendo di conservare il controllo del veicolo in modo da compiere le manovre necessarie in condizione di sicurezza e di arrestarsi dinanzi agli ostacoli, l’ha urtata con la parte anteriore destra del mezzo facendola rovinare nel fossato adiacente».

La particolarità dell'episodio è che per alcune ore, per la Polizia locale dell’Unione dei Comuni “Città Riviera del Brenta”, è stato un caso di pirateria stradale, ma molto sui generis. Quando, alle 19.05, gli agenti in servizio di pattuglia, inviati dalla centrale operativa, sono intervenuti hanno trovato l’allora ottantatreenne ancora riversa nel fosso (per fortuna senz’acqua) che costeggia la strada con accanto la sua bici, e ferita gravemente: era a mala pena cosciente e respirava affannosamente. I vigili non hanno avuto modo di sentirla, anche perché è stata subito trasportata a sirene spiegate in ambulanza all’ospedale cittadino. Sull’asfalto, peraltro, non vi erano tracce di frenata, anche se le condizioni in cui era ridotta la bici, completamente inarcata, lasciavano pochi dubbi sul fatto che fosse stata violentemente urtata da un veicolo, che però lì non c’era. E nessuno tra quanti si erano fermati a prestare i primi soccorsi alla malcapitata e avevano dato l’allarme aveva visto cos’era accaduto, o meglio sosteneva di non sapere nulla, perché tra loro c’era anche l’investitore. Il trentottenne, infatti, dopo aver investito l’anziana avrebbe tirato diritto, raggiunto la sua abitazione, che si trova nelle vicinanze, lasciato la macchina e dopo diversi minuti sarebbe tornato indietro a piedi spacciandosi per un soccorritore. Al punto che gli agenti, non avendo ancora rintracciato i familiari dell’anziana, avevano pure affidato a lui in custodia temporanea la bici.

Solo il giorno dopo, quando la polizia locale stava avviando le indagini per risalire al pirata, A. F. si è presentato al comando svelando che il responsabile dell’investimento in realtà era proprio lui, il buon samaritano della sera prima, assumendosi le sue colpe: «Credevo di aver impattato con un grosso ramo” ha detto ai vigili per giustificare il suo iniziale allontanamento. 

Per l’anziana, che all’epoca era del tutto autosufficiente, godeva di ottima salute e guidava ancora l’auto, è iniziato un calvario senza fine. Trasportata inizialmente all’ospedale di Dolo, data la gravità delle sue condizioni, e in particolare il trauma cranico e l’emorragia cerebrale subiti, è stata trasferita nella Rianimazione dell’Angelo di Mestre e poi al Ca’ Foncello di Treviso, rimanendo per più di due settimane in prognosi riservata e in pericolo di vita; è stata sottoposta a un delicato intervento per la frattura di diverse vertebre dorsali e cervicali, le hanno inserito ben dodici “viti”, e poi è stata ricoverata fino al 17 dicembre nel reparto di Geriatria dell’ospedale di Dolo per la faticosa e dolorosa riabilitazione e per cercare di recuperare un minimo di capacità deambulatoria. E nonostante cure, fisioterapia e quant’altro, data anche l’età, le è residuata una pesantissima invalidità permanente di almeno il 50 per cento: oggi la signora non cammina quasi più e deve essere assistita dalla figlia 24 ore su 24.

L'87enne, per essere supportata, si è affidata allo Studio3A-Valore S.p.A.

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