Ferita dalla bottiglia “sciabolata”. Discoteca condannata a risarcire

Sabato 7 Marzo 2020 di Gianluca Amadori
PRATICA VIETATA La “sciabolata” era formalmente vietata all’interno del locale di Dolo
DOLO - Rimase ferita in discoteca, a causa di una bottiglia di champagne che era stata “sciabolata” poco prima: dovrà essere risarcita dal gestore del locale notturno con 54 mila euro, oltre ad interessi e 10 mila euro di spese di lite.
Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia accogliendo la richiesta di una ventinovenne di Stra, in relazione ad un episodio avvenuto nel maggio del 2016 all’interno della discoteca Mio Club di Dolo, per la quale la giovane lavorava in qualità di ragazza immagine.
 
Il giudice Roberto Simone ha accertato la responsabilità per l’accaduto in capo alla società Canaletto srl, ai sensi dell’articolo 2051 del Codice civile, per non aver vigilato in maniera adeguata e per aver consentito, o comunque non evitato, la pratica della sciabolatura delle bottiglie, formalmente proibita in quanto pericolosa, ma al tempo stesso mostrata in alcune immagini postate sulla pagina Facebook del locale. Quella prevista dall’articolo 2051, la cosiddetta responsabilità del custode, prescinde dall’esistenza di una responsabilità colposa, e si basa sulla mera esistenza di una relazione causale tra il fatto verificatosi e il danno lamentato: l’unica possibilità di esonero per il custode è dimostrare che si è trattato di evento fortuito, e dunque non prevedibile. Circostanza esclusa nel caso specifico.
La sentenza, potrà ovviamente essere impugnata in appello, ma nel frattempo è provvisoriamente esecutiva e, di conseguenza, il risarcimento dovrà essere corrisposto.
LA CAUSA CIVILE
La causa civile per conto della ragazza è stata avviata dall’avvocato Giorgio Caldera, il quale è riuscito a provare che quella pericolosa modalità di apertura delle bottiglie era comunemente praticata da clienti e addirittura da alcuni camerieri del locale. La società, assistita dall’avvocato Roberto Madonna, si è costituita a giudizio respingendo ogni addebito, cercando di dimostrare, non soltanto di non avere responsabilità nell’accaduto (in quanto aveva formalmente proibito la pratica della “sciabolatura” all’interno del locale), ma pure che la ragazza aveva tenuto un comportamento tale da aver in qualche modo contribuito all’accaduto.
Il Tribunale ha però ritenuto che la ventinovenne non abbia avuto alcuna responsabilità nell’infortunio, a seguito del quale subì una profonda ferita alla caviglia, con lesione al tendine a seguito del quale fu costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico.
DANNO MORALE
La bottiglia di champagne sciabolata, e dunque il collo particolarmente tagliente, era stata riposta all’interno di una boule appoggiata su un tavolino, e fu fatta cadere da un avventore della discoteca che la colpì inavvertitamente a causa della ressa di persone sulla pista da ballo.
La ventinovenne è stata risarcita per i danni sofferti, patrimoniali e non, con adeguata personalizzazione del pregiudizio morale conseguente all’intenso turbamento subito. La società di gestione della discoteca è stata condannata anche a rimborsare al datore di lavoro della ragazza la somma che fu costretto ad erogarle, nei tre mesi di malattia, senza poter usufruire della prestazione lavorativa, pari a poco più di 800 euro.
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Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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