La casa in stile D&G: «E' la gioia di vivere»

Domenica 29 Agosto 2021 di Angela Pederiva
La scuola grande della Misericordia addobbata da Dolce&Gabbana

VENEZIA - Si fa presto a dire sole, pizza, amore. Poi servono anche l’orgoglio e la devozione, il sogno e la gloria, l’ingegno e l’unicità, il fatto a mano e il made in Italy. Parole d’oro che pendono dal soffitto della Scuola Grande della Misericordia come la confraternita dei Battuti non l’ha vista mai, nei suoi cinque secoli di storia, tutta un leopardo al piano terra e tutta un carretto al piano nobile, temi iconici che insieme alla zebra e al blu mediterraneo formano i quattro mondi di Dolce&Gabbana a Venezia: “La genesi”, perché questo è un nuovo inizio, visto che dopo (e soprattutto per) il Covid, i due stilisti lanciano dalla laguna la loro prima collezione per la casa.


OSPITI E OPPOSTI
Domenico Dolce in total black, Stefano Gabbana con bermuda mimetiche e comode Birkenstock, marchio scelto anche da Heidi Klum con la figlia Leni, ospiti della maison come Luis Fonsi, Bebe Rexha, Sebastián Yatra e Maria Bakalova, giusto per citarne alcuni al di là della musa che stasera sarà in piazzetta San Marco per la sfilata dell’alta moda e che i due creativi omaggiano così: «Sharon Stone? Un vero leopardo, animale selvaggio, indipendente e sexy, come certe signore alla Peggy Guggenheim».

E come la distesa di divani e poltrone, tappeti e tavolini, arazzi e cuscini, che costituiscono la parte “felina” della zona giorno immaginata da D&G. Ma poi c’è anche il carretto siciliano, con i suoi mille colori sgargianti, un’esplosione di ostentati eccessi che dagli abiti e dagli accessori si allarga ai tavoli e ai frigoriferi, alle credenze e ai frullatori, 150 pezzi d’arredo più un numero imprecisato di complementi, in vendita da dicembre online e nei negozi di Luxury Living. «Ci piacciono gli opposti, l’animalier e la tradizione», dice Dolce. «Lui siculo ha scelto la zebra, io milanès ho voluto il blu», aggiunge Gabbana. «La verità – confida Stefano – è che siamo molto diversi: Domenico cambia l’appartamento ogni sei mesi. Ricordo quando eravamo una coppia: lui spostava di continuo i mobili, mentre io sono molto bohémien. Amo collezionare gli oggetti che trovo in tutti i posti del mondo, mescolando pezzi costosi ed economici, per esempio abbino un Fornasetti di grande design al piatto turco dell’ottavo secolo scovato a Istanbul».


PIACERE E VALORE
Prima o poi, si torna sempre a casa. «È il luogo che meglio rispecchia chi siamo, che ci protegge dall’esterno ma allo stesso tempo ci consente di aprirci al mondo, accogliendolo fra le mura domestiche», spiegano Dolce e Gabbana. Ecco allora «la gioia di vivere», «il piacere della convivialità», «il valore dell’ospitalità». Il desco è minimo da 12 persone, ma ce n’è pure uno rotondo che grazie a un marchingegno arriva ad accomodare fino a 18 commensali. Pure il mobile-bar è una scatola magica, da cui si aprono cassetti e ripiani, per accontentare tutti i gusti. «E ora a magnà!», scandisce Dolce. Così l’esposizione, in cui la pietra vulcanica incontra il mosaico veneziano, diventa una vera sala da pranzo che celebra l’Italia dal Nord al Sud: le pennette al pomodoro e la pasta alla norma, i dolcetti con i pistacchi e la manna, il gelato al limone e alla mandorla con un bocconcino di panettone. «Non lo facciamo per il marketing o per logo, ci piace l’idea dello stile di vita», assicurano i due padroni di casa, stregati dalla tecnica millenaria delle murrine e dalla soffiatura del vetro di Murano, fra il balotòn e il rigadìn. Dai piatti ai bicchieri, dai velluti ai broccati, dai lampadari ai candelabri, c’è molta venezianità nella produzione avviata lo scprso gennaio: Barovier & Toso, Mian, iDogi, Venini, Orsoni, Barbini, Salviati, Tessitura Luigi Bevilacqua. E una maestosa scultura di Mario Furlan, un cactus alto un metro e 90, che da solo vale la visita.
 

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci