Mestre, conti in rosso per gli amici dei gatti: la storica associazione sventola bandiera bianca

Giovedì 7 Luglio 2022 di Fulvio Fenzo
Foto di Fabio Grandis da Pixabay
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MESTRE - In cassa non c’è più un euro.

L’ultimo prelievo di alcune migliaia di euro servirà per garantire i costi e gli stipendi per il prossimo mese del gattile di Malamocco - l’unico in città - gestito per conto del Comune. Il Covid ha prosciugato anche i conti della Dingo, con i banchetti dei volontari che non si sono potuti più fare e gli stessi volontari che, per la crisi che colpisce tutti, non possono più sobbarcarsi anche le spese per il mantenimento delle colonie che sono ben 400 tra terraferma e isole, per almeno duemila gatti randagi. E l’associazione fondata nel 1969 con una storia incredibile alle spalle, è costretta a sventolare bandiera bianca.


CONTI IN ROSSO 
«Il Consiglio Direttivo della Dingo ha dovuto riunirsi d’urgenza per prendere in considerazione i provvedimenti da adottare di fronte alla grave crisi economica che si è venuta a creare in questo ultimo periodo - è il comunicato diffuso via Facebook agli iscritti -. A fronte di un sensibile aumento dei prezzi in generale, quale conseguenza della pandemia prima e della guerra in corso, abbiamo dovuto constatare una diminuzione delle donazioni e dei contributi che ci hanno finora permesso di sostenere i costi di cure ed interventi per i gatti delle colonie feline, presso ambulatori veterinari di medici liberi professionisti». Difficoltà che erano emerse già dall’anno scorso quando, per la prima volta, era stata l’associazione stessa a contribuire direttamente all’acquisto di cibo per il nutrimento dei gatti delle colonie feline più numerose, in quanto i volontari non potevano più farsene carico. Ma se nel 2021 i conti erano più o meno tornati in quanto da Roma era stata anticipata un’annualità della quota del 5x1000 proprio per venire incontro alle associazioni alle prese con l’emergenza Covid, quest’anno quei circa 20mila euro non sono arrivati, e i conti sono saltati.


COSTI INSOSTENIBILI
«È bene ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che per legge l’obbligo della tutela e quindi della sopravvivenza degli animali presenti nel territorio, ricade sul Comune e sull’azienda sanitaria, ognuno per la parte che gli compete - riprende il direttivo della Dingo -. Ora di fronte ad un conto corrente bancario in rosso, abbiamo deciso di ridurre i costi per l’acquisto di cibo per le colonie feline, come pure le spese per gli interventi presso gli ambulatori veterinari convenzionati con la nostra associazione». E questo è un altro problema, visto che l’Ulss 3 concede al massimo uno o due pomeriggi alla settimana per la sterilizzazione e la cura dei gatti, una disponibilità del tutto insufficiente rispetto alle necessità, con la Dingo che deve sobbarcarsi spese supplementari che ora non potrà più sostenere. «Informeremo subito il Comune della situazione in cui ci troviamo, chiedendo un aiuto» conclude il direttivo, mentre via social è partito il tam tam per lanciare un appello al sindaco Brugnaro al quale compete per legge la responsabilità delle colonie feline presenti nel territorio.


UNA LUNGA STORIA
La Dingo, per la prima volta in 53 anni, rischia dunque di dover sospendere un’opera meritoria che è partita da Venezia, si è diffusa in tutte le isole ed è arrivata fino in terraferma. Le origini dell’associazione partono dall’arrivo a Venezia, nel 1964, di Helena Sanders, grande zoofila britannica, che decise di portare soccorso ai gatti veneziani, lanciando una campagna di aiuti internazionali. Nacque così, dall’incontro di Helena Sanders con la veneziana Gina Scarpabolla, il primo gruppo fondatore dell’associazione, che nel 1969 fu chiamato “Gruppo angloveneziano per la difesa degli animali randagi, Dingo” dal nome del primo cane salvato dal randagismo. Con l’aumentare del lavoro, il gruppo si suddivise in “Dingo” che si concentrò sul randagismo felino, e la “Lega per la difesa del cane, sezione di Venezia”. «Il rapporto con gli inglesi continua attraverso l’Aispa (Anglo Italian Society for the Protection of Animals), ma ovviamente vengono finanziati singoli progetti, non l’attività di una associazione la nostra». Aspettando il Comune, chi volesse aiutare la Dingo può fare un’offerta sul conto IBAN IT60C0503402070000000101041 o attraverso PayPal all’indirizzo info@dingovenezia.it
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Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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