Zaia: «Renzi ha rotto gli indugi»
Cacciari: «Una decisione saggia»
Moretti: «Galan prenda esempio»

Venerdì 13 Giugno 2014
L'ex sindaco Massimo Cacciari
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VENEZIA - «Immagino che le dimissioni siano state un dolore per Orsoni, però le condizioni create, soprattutto vedendo che la maggioranza scricchiolava non poco in queste ore, portavano a una soluzione scontata». A dirlo il governatore del Veneto Luca Zaia, oggi da Jesolo che condivide «le riflessioni di Orsoni sul Pd. Se penso che dopo qualche minuto dagli arresti il Pd ha scaricato lui ed il consigliere regionale Marchese e come ultima contropartita ha chiesto le mie dimissioni, questo dà la dimensione di quali compagni di viaggio avevano Orsoni e Marchese. Per fortuna, poi, è intervenuto Renzi che ha detto a tutti di stare zitti e vergognarsi».



Il governatore si è quindi detto certo che Venezia «non subirà contraccolpi d'immagine dall'indagine sul Mose e dalle dimissioni di Orsoni». «Io spero che ci sia un futuro per la città - ha concluso -, solo i pessimisti non fanno fortuna».




«Una saggia decisione». Così Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, commenta la scelta di dimettersi del suo successore Giorgio Orsoni finito nella vicenda Mose per finanziamento illecito ai partiti. «Mi auguro che possa chiarire tutto - dice Cacciari - Dopo il patteggiamento era difficile poter proseguire nell'amministrazione della città, non sarebbe stato possibile andare avanti nella situazione in cui era: ripeto è stata una saggia decisione».



Sulla "rottura" tra Pd e Orsoni, Cacciari dice: «Non ho la più pallida idea del ruolo del partito e neppure degli altri che lo hanno sostenuto. Una cosa è certa nessuno, carta stampata compresa, dovrebbe stare al gioco del Consorzio Venezia Nuova che poi infanga tutto e tutti». Sul fronte della "pulizia" interna al Pd da parte di Matteo Renzi, Cacciari avverte: «I segretari hanno anche il compito di fare pulizia, l'importante è che agiscano dove necessario».



«Il passo indietro di Orsoni è un importante segnale di chiarezza e di opportunità politica: bene ha fatto il sindaco a rassegnare le sue dimissioni, è alla città di Venezia che dobbiamo pensare in questo momento». Lo afferma la neo-europarlamentare vicentina Alessandra Moretti. «L'amministrazione deve essere messa subito nelle condizioni di proseguire con efficacia il suo lavoro anche per il recupero di quella grande opera che è il Mose: sarebbe impensabile che una tale struttura, di eccezionale importanza ingegneristica, fosse bloccata quando è giunta all'80% della sua costruzione». «Orsoni ha dato prova di grande responsabilità ma a questo punto mi domando come mai altri che sono coinvolti in questa inchiesta non facciano un passo indietro - avverte Moretti - penso prima di tutto a Giancarlo Galan, su cui pendono le accuse maggiori; anche qui l'opportunità politica raccomanderebbe ben altre scelte rispetto a quelle che sta prendendo».



Caustico il commento affidato a Facebook da Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord: «Il sindaco di Venezia che non voleva dimettersi, si è dimesso. Meglio tardi che mai. E ora la missione è liberare Venezia dal malaffare e dal regime sinistro».



«Le dimissioni di Orsoni sono un gesto dovuto.
A lui, però, mi permetto di dire che non ci si può giustificare dicendo: 'mi hanno detto di prendere i soldi e li ho presi'. A dirlo il senatore Pd Francesco Russo:
«Se, per esempio-, mi dicono di buttarmi giù dalla finestra io non lo faccio. Comunque se, come dice lui, le colpe sono anche di altri faccia chiaramente i nomi. Con la certezza che chiunque venga trovato assieme a lui colpevole (ma senza dimenticare che si è innocenti fino a prova contraria e non bastano delle voci incontrollate per una condanna definitiva) si dovrà dimettere. Mi auguro che su questo punto il Pd sia inflessibile: Daspo a vita per tutti i politici che prendono finanziamenti illeciti".
Ultimo aggiornamento: 20:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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