Quattro reati contestati - dal duplice omicidio, alla violenza sessuale aggravati, dal procurato aborto, al vilipendio di cadavere - per ricostruire l'orrore di un delitto che, nel giugno scorso, scosse l'opinione pubblica: Anastasia Shakurova, al quinto mese di gravidanza, e il suo fidanzato, Biagio Buonomo, furono uccisi da colui che ritenevano un amico, Stefano Perale, ex insegnante di inglese di lei. Il pubblico ministero Giorgio Gava ha chiuso le indagini preliminari a carico dell'uomo, 50 anni, che attirò la giovane coppia nella sua casa di Chirignago per una cena, ammazzò entrambi dopo averli narcotizzati, infierendo sul corpo della donna, prima da viva, poi da morta. L'avviso di chiusura delle indagini, con le quattro ipotesi di reato, è stato notificato in questi giorni, in vista dell'ormai prossima richiesta di rinvio a giudizio.
La parte più raccapricciante è quello delle violenze sessuali nei confronti della donna, verso cui Perale aveva maturato un'ossessione, dopo essere stato respinto. Violenze d'ogni genere, insulti, sputi, tutto filmato dallo stesso Perale. Per Gava un reato «aggravato per essere stato perpetrato con uso di sostanza narcotica, uso di sevizie, su una donna in stato di gravidanza». Una violenza continuata anche dopo la morte della Shakurova...
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