VENEZIA - E se al posto di Enrico Giovannini al ministero delle Infrastrutture ci fosse stato ancora il pentastellato Danilo Toninelli? Che reazioni ci sarebbero state di fronte alla decisione di chiudere nel giro di appena due settimane il traffico crocieristico? Il sindaco di Venezia avrebbe protestato per i tempi stretti e per la cancellazione di una stagione turistica appena iniziata o, come sta facendo adesso, avrebbe scelto una diplomatica attesa? Insomma, quanto pesa il il Governo di Mario Draghi nella partita delle navi bianche? E, soprattutto, cosa c'è scritto nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri martedì?
L'ATTESA
Ufficialmente il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto prima di esprimere commenti.
FIDUCIOSO
Impegnato a Roma per la presentazione del suo nuovo partito Coraggio Italia, ieri con i cronisti Brugnaro si è un po' sbottonato: «Stiamo aspettando di leggere il decreto, io sono una persona abbastanza pignola, ma sono fiducioso perché abbiamo lavorato con pazienza con questi ministri: il ministro Brunetta ci ha aiutato, è veneziano, conosce bene la materia, è venuto il ministro Giovannini ed è stata la prima volta che un ministro è venuto a vedere i canali insieme a me. E hanno visto che la soluzione più semplice è quella che diciamo noi da dieci anni. Sembra che nel decreto ci sia questo. Quando leggerò il testo, dirò quello che ne penso. Ma penso che la cosa sia positiva». Pausa, sorrisetto: «Molto positiva».
LA CAUTELA
La cautela è duplice. Prima di tutto si vuole capire se il testo finale del decreto legge consente di utilizzare in via transitoria, pur senza citarlo, il Canale Vittorio Emanuele e cioè se è prevista una pur generica via d'accesso da Porto Marghera alla Marittima. Sarebbe la soluzione voluta da Brugnaro, quella osteggiata dall'ex ministro Toninelli, e salverebbe la Marittima quale approdo per le navi più piccole. Poi c'è da capire a chi andranno i ristori e qui ieri è intervenuto l'assessore di fede brugnariana Simone Venturini, chiedendo che gli indennizzi «non si limitino solo alle compagnie crocieristiche e ai terminal, ma raggiungano in maniera cospicua anche tutti gli operatori dell'indotto».
Da Coraggio Italia è intervenuto il solo deputato del Friuli Venezia Giulia, ex Forza Italia, Guido Germano Pettarin: «Il decreto grandi navi è un passo importante non soltanto per Venezia, ma per tutto l'Alto Adriatico, in particolare per quello orientale. Era ciò che da anni chiedeva Luigi Brugnaro, ma non dobbiamo accontentarci: le sinergie tra Venezia e Trieste sono fondamentali, l'Alto Adriatico orientale ha tutte le carte in regola per essere riferimento e player globale».