Grandi navi, le condizioni di Zaia: «Ristori per le attività che saltano»

Giovedì 15 Luglio 2021 di Elisio Trevisan
Grandi navi, le condizioni di Zaia: «Ristori per le attività che saltano»

VENEZIA - E ora parliamo di ristori. Soldi cioè. Lo dice il governatore Luca Zaia: «In questo contesto dovremo pensare a una rinegoziazione della concessione di Venezia Terminal Passeggeri».

I presupposti per un accordo ci sono: «Sul tema dei risarcimenti non ho trovato il presidente Draghi avulso. Ha messo i tecnici a discutere di queste cose. Gli staff tecnici stanno già parlando a Roma, e il dl riporta spazio per trattativa».

Decreto Grandi Navi

Perché l'ultimo decreto Grandi Navi «di fatto cancella con un colpo di spugna uno dei più apprezzati porti crociere al mondo per livello di servizio, posticipando ad un tempo non ben definito lo spostamento delle attività a Marghera, con il rischio concreto di porre la parola fine all'industria crocieristica veneziana e con danni enormi sia da un punto di vista economico che occupazionale». Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), la società che gestisce la Marittima, ha atteso un giorno prima di intervenire perché voleva capire meglio la sostanza ma ieri ha deciso che non si poteva più aspettare: «È quanto mai difficile, infatti, che le compagnie di crociera, una volta spostate le proprie navi in altri porti nazionali o peggio esteri, decidano di ricollocarle a Venezia a distanza di anni». E per quanto riguarda la concessione del terminal portuale, che scade nel 2025, Vtp spiega che «praticamente quasi nessuna nave che scalava a Venezia potrà accedere alla Marittima, e quindi il Decreto cancella la concessione in modo unilaterale violando norme nazionali e comunitarie». Ed è per questo che chiede - con pieno appoggio della Regione - di fare subito chiarezza sul percorso che porterà allo spostamento a Marghera «di cui Vtp studia la fattibilità da tempo e per cui ha già depositato proposte concrete che non hanno trovato ascolto».


GLI STUDI

Parole durissime che, non a caso, erano state anticipate dall'uscita del presidente del Veneto, Luca Zaia, quando l'altro ieri aveva espresso la doppia preoccupazione di salvaguardare da un lato il valore di Vtp, società controllata proprio dalla Regione assieme a tre compagnie di crociera internazionali e a un operatore terminalista turco, e dall'altro quella di evitare contraccolpi d'immagine per l'Italia agli occhi dei grandi operatori economici internazionali, e aveva sottolineato come i ristori, assicurati dal premier Draghi nel corso di una lunga telefonata lunedì scorso, vadano garantiti davvero. Ieri il governatore è tornato sull'argomento: «Noi facciamo parte di quelli che erano convinti che le grandi navi dovessero uscite dal canale della Giudecca e dal Bacino di San Marco. Ma la società concessionaria Vtp ha un diritto in tema di transiti che non ci saranno più. Quindi c'è un tema di ristori dei mancati proventi. Non può passare l'idea che in Italia qualcuno spegne l'interruttore da un giorno all'altro e si va tutti a casa».


La società che gestisce il terminal crociere veneziano rivendica la collaborazione assicurata a tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi nove anni per spostare le navi dal bacino di San Marco. «Dall'altra parte, però, vi sono pure le istanze e le aspettative dei soci di Vtp e dei lavoratori diretti e indiretti, nonché la filiera delle società collegate alla crocieristica, di cui circa 200 venete, che vedono venir meno i loro diritti e attendono certezze per il proprio futuro. Auspichiamo pertanto che il Governo prenda in considerazione queste istanze così come quelle promosse da chi è contrario alla crocieristica» ha dichiarato il presidente Fabrizio Spagna. E tra le istanze c'è pure la richiesta di valutare attentamente proposte già fatte, quali ad esempio il ripristino del canale Vittorio Emanuele III che consentirebbe di mantenere viva la Marittima (perché la collegherebbe al canale dei Petroli e quindi a Marghera), invece di destinarla alla chiusura. Operativamente il danno provocato dal nuovo decreto è pesante perché, oltre alle grandi navi, esclude le navi più piccole, «quelle del settore del lusso a cui puntava tutto il territorio in quanto esempio principe di quel turismo di fascia alta e con altissimo potenziale di spesa» afferma Galliano Di Marco, direttore generale di Vtp, che rivela un altro aspetto del decreto che creerà non pochi problemi.


NUOVO PROBLEMA

«Come riportato nell'articolo 2 del Decreto, sarà necessario non solo sistemare le banchine, ma anche il Canale dei Petroli per far transitare le navi da crociera in sicurezza». E non a caso le Compagnie di crociera americane, Royal Caribbean Cruise Line e Norwegian Cruise Line, «ci hanno comunicato la propria contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza - continua Galliano -. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso che per ovvi motivi non hanno mai dato la propria disponibilità a spostarsi a Marghera, ad esempio Viking, Azamara, Silversea, Ritz Carlton solo per citare le più importanti». A danno si aggiunge danno e, di conseguenza, per il direttore di Vtp sarà necessaria «una profonda revisione del piano industriale della Società. Naturalmente potremo farlo non appena sapremo quali e quante banchine saranno disponibili a Marghera».

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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