Crociere, via libera dal 15 agosto ma le compagnie vanno altrove

Domenica 9 Agosto 2020 di Elisio Trevisan
Crociere, via libera dal 15 agosto ma le compagnie vanno altrove
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MESTRE Il Governo ha dato il via alle crociere in Italia ma a Venezia non ha ancora deciso dove dovranno andare le navi bianche, se alla Marittima o da qualche parte a Marghera. E se dovranno andare a Marghera, finiranno attraccate a banchine di terminal che trattano anche carbone o rottami di ferro, proprio in questo momento di post-Covid, quando le precauzioni sanitarie dovrebbero essere massime? A Venezia, insomma, la ripartenza decisa dal Governo rischia di non esserci, o di essere quasi irrilevante.

RISCHIO FLOP
Come da otto anni a questa parte, dunque, in laguna la notizia del nuovo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, che ridà il via alle crociere dal 15 agosto, viene intesa come l'ennesima beffa, tra le tante subite dalla primavera del 2012 quando il duo di ministri Clini-Passera varò il decreto che impedisce alle navi da crociera più grandi di 40 mila tonnellate di stazza di transitare per il bacino di San Marco. Da allora i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto nulla per stabilire le rotte alternative lasciando che i grattacieli galleggianti continuassero a passare davanti a San Marco.

Il Comitato degli ambientalisti No Navi, che sono molti meno dei 20 mila lavoratori del porto ma urlano molto più forte e mandano foto e video ai media di mezzo mondo, ha già gridato allo scandalo: «Il Governo del Movimento 5Stelle, del Pd, di Leu, di Italia Viva si è assunto la responsabilità di far ripartire le crociere dal 15 di agosto. Siamo nel pieno della campagna elettorale per le amministrative, vedremo ora cosa ci verranno a raccontare».

Tra i candidati cui si riferiscono c'è Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia di più di un Governo tra gli ultimi che si sono succeduti, che lo scorso 23 febbraio all'Heritage Tower di Marghera, mentre fuori i lavoratori portuali protestavano per le mancate decisioni sulle crociere e sulla manutenzione dei canali che si stanno interrando, disse che «tutti siamo pressati dalla contraddizione tra un porto fortissimo e un ambiente fragilissimo, e fingere che non ci sia è deleterio: perciò gli imprenditori devono sapere che non si può fare tutto, e gli ambientalisti devono sapere che non si può bloccare tutto». E per fare, cioè per prendere le decisioni attese da otto anni, serve «se non l'unanimità, almeno una forte maggioranza. Non dobbiamo avere dubbi, e noi Governo non ne abbiamo, la strada è segnata».

Da allora, purtroppo, questa strada segnata ha continuato a portare ad un vicolo cieco. Domani in Prefettura si riunirà il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico con i vertici delle autorità competenti e gli operatori portuali per valutare cosa fare, cosa non fare, cosa imporre, come insomma recepire l'ultimo Decreto del Governo. Sempre domani alle 11 in Stazione Marittima, Piazzale Isonzo, i rappresentanti delle principali categorie di operatori portuali che lavorano con e per le navi da crociera lanceranno un appello al Governo e alle Istituzioni in difesa del lavoro e della dignità dei lavoratori chiedendo che non si faccia accecare dai No Grandi Navi ma valuti analizzando obiettivamente la situazione, e soprattutto decida in fretta, ma le premesse non sono delle migliori visto che, appunto, siamo in piena campagna elettorale e i No Navi non a caso l'hanno appena rimarcato.

LE CANCELLAZIONI
E le compagnie? Royal Caribbean già a giugno aveva deciso di abbandonare Venezia con la sua nave Rhapsody of the Seas, almeno per tutta la stagione 2021, spostandola a Ravenna: così per due anni Venezia perde 120 mila passeggeri, una clientela internazionale, in particolare americana, di fascia alta e altissima, che soggiorna negli alberghi prima o dopo la crociera, che compie viaggi aerei internazionali sfruttando la potenzialità dell'aeroporto Marco Polo, che ha un'alta capacità di spesa in negozi del lusso e ristoranti tipici della tradizione veneziana. La decisione della compagnia non è stata presa a causa del Covid, perché sposta la nave appunto a Ravenna, ma per le incertezze sulla gestione delle crociere in laguna.

Poi c'è Msc, che invece assieme a Costa fa parte delle compagnie con grandi navi e prezzi alla portata di un turismo più di massa: ebbene, Msc ha sospeso gli scali in laguna fino al 2021, salvo ripensamenti dell'ultima ora per far tornare qualche nave da Trieste a Venezia ma se ne parlerà in autunno.

Rimangono, dunque, Costa e poco altro, e bisognerà vedere cosa deciderà di fare la compagnia italiana che appartiene al Gruppo Carnival Corporation e controlla la tedesca Aida Cruises: aveva deciso di attendere il Decreto del Governo prima di confermare o meno la sua programmazione su Venezia che, fino a pochi giorni fa, per agosto prevedeva comunque solo un paio di navi.
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