MURANO - Chiusi da novembre dello scorso anno, un drastico calo del fatturato, quasi azzerato, che corrisponde a un taglio anche delle maestranze. Michele Zampedri, amministratore unico dell'azienda Artigianato muranese racconta cosa significa sopravvivere a più di un anno di pandemia.
«Avevamo riaperto lo scorso luglio, ma poi siamo stati costretti a chiudere a novembre spiega c'è poco lavoro, avevamo tenuto aperto per la maestranze, ma ci siamo dovuti arrendere. Prima della pandemia eravamo in 12, abbiamo riaperto a luglio in 5 e quando riapriremo nuovamente saremo in 4». Chiusi perché non c'erano ordini sufficienti a garantire un bilancio almeno in pareggio, ora però Zampedri vuole dare un segnale di speranza e ha riacceso i forni.
«Quando saranno a regime riapriremo, penso a maggio afferma non abbiamo ordini sufficienti ma dobbiamo dare un segnale alle maestranze e un segnale all'intera isola. Il costante abbandono, i social che parlano dell'isola vuota non fanno bene a Murano. La nostra clientela è composta per un 30 per cento dai mercati esteri e per il 70 dal mercato nazionale, visto che quello estero si sta stiracchiando per non perdere quel poco che arriva è meglio riaprire».
Piccole commesse che provengono da Stati Uniti e Israele, in pratica i Paesi dove si vaccina a pieno ritmo. «Qui non abbiamo certezze, non c'è programmazione conclude dobbiamo affidarci alle nostre sensazioni e visioni, ma un imprenditore non può gestire così un'azienda.
Zampedri: «Riapriremo al più presto per far vedere che l'isola c'è»
La ditta Artigianato muranese in crisi, ma cerca il rilancio
Venerdì 9 Aprile 2021 di Manuela LambertiI ristori che sono arrivati sono mance, quello che potrebbe essere interessante, invece, in questo momento, sarebbe istituire una sorta di 110 per cento per l'ammodernamento delle aziende».