MESTRE - Il Covid fa esplodere il fenomeno sociale del credito su pegno.
Insomma questa tipologia di attività possiede una forte valenza sociale. Ma cosa ci dicono a tal proposito i dati relativi al contesto mestrino? I numeri parlano chiaro. Il 35% dei richiedenti sono dipendenti privati, seguiti con il 18% dagli inoccupati o disoccupati. Al terzo gradino di questo podio per categorie si trovano i liberi professionisti, che ammontano al 16%, mentre gli imprenditori si fermano al 13%, poco prima dei dipendenti pubblici con il 9% e infine i pensionati che risultano l'8% dei richiedenti. Ma quali sono le esigenze di queste persone, dove destinano la liquidità? Dunque, la maggior parte, ossia il 30%, riversa il denaro in azioni quotidiane, come l'affitto, le spese per la casa, l'automobile, le riparazioni, le rette e le spese mediche. Poi ci sono le necessità del nucleo familiare, al 16%, come il materiale scolastico, gli abiti e le scarpe, il cibo: le esigenze professionali ricoprono il 20% del totale, mentre il 13% investe i soldi per onorare tasse e imposte. Le spese voluttuarie, invece, si attestano all'11%, e riguardano le vacanze, il tempo libero, l'estetica e i tatuaggi. Chiudono la classifica, con il 10%, cose tipo l'acquisto e la ristrutturazione d'immobili, e altre esigenze di liquidità immediata.