VENEZIA - I Cracco distillati sbarcano in laguna.
NON ANCORA
«Aprire un ristorante a Venezia? Sono veneto e questa città è nel cuore, ma non è il momento migliore per pensarci. Attualmente - ha commentato Carlo Cracco, accolto da molti suoi estimatori - siamo più concentrati sulle nostre attività e linee». E un pensiero l'ha rivolto anche alla ristorazione italiana: «Manca come categoria, è da due anni che siamo lasciati un po' a noi stessi. Si cerca di lavorare e di fare il possibile per sopravvivere, ma forse creare una categoria all'interno del nostro comparto aiuterebbe a salvaguardare anche questa professione», ha continuato, sottolineando come il Covid non abbia agevolato i giovani chef, ritrovatisi dinanzi a prospettive incerte. Perché quali sarebbero, queste ultime, se il virus tornasse con prepotenza? «La pandemia ha fatto vedere anche i limiti di questo lavoro. I giovani hanno paura o meglio, non c'è quella profondità nella visione. Per questo bisogna creare una categoria, per avere più spessore, per far sì che i ragazzi siano ancora più convinti di questo mestiere».
SIGILLO
«Oggi (ieri, ndr) suggelliamo un rapporto che da più di vent'anni lega la famiglia Cuzziol a Cracco - le parole di Domenico De Conti, responsabile vendite Cuzziol Beverage - La linea dei distillati la distribuiremo in esclusiva nel Triveneto». L'occasione di ieri ha permesso anche di degustare, al Marciano Pub, tre selezioni di finger food create ad hoc utilizzando, nelle ricette, proprio i distillati oltre che miscelati con gin, amaro e limoncello. «Scampo e sarda fritti utilizzando per la pastella il limoncello - ha raccontato Daniele Reale, proprietario del locale e del Marcianino Osteria - mentre l'amaro e il gin hanno aromatizzato le tartarre di branzino e di angus. Tutti piatti che entreranno di diritto nel nostro menù».
Questo il segreto del successo delle due attività: la scelta di materie prime provenienti dal territorio, legate alla stagionalità. «Con altri ristoratori veneziani abbiamo aderito al progetto Osti in orto», quattro ettari di terreno a Sant'Erasmo da coltivare in proprio.