Squadra che vince non si cambia, recita il detto, e in certi casi la regola si può applicare anche alle strategie. Per questo motivo il Comune di Venezia, con un’ordinanza firmata dallo stesso sindaco Luigi Brugnaro, ha deciso di replicare il dispositivo di “Movida a numero chiuso” utilizzato lo scorso weekend di Carnevale.
“Alfredo” e “Gino” sono i locali che, normalmente, attraggono il maggior numero di giovani. Lì di fronte c’è la biblioteca Vez, e la cittadella dello spritz è un invito a finire la giornata di studio in bellezza. Questi, però, non sono tempi normali e la ressa che prima faceva colore adesso, in realtà, spaventa. E così si è proceduto a isolare il piazzale sui tre lati: via Rosa, via Carducci e calle Legrenzi. Il sistema ha passato a pieni voto lo “stress test” di Carnevale. Funziona così: si stabilisce un numero massimo di persone nell’area interessata. Un numero che è dato, di solito, dalla capienza dei locali. Saturato quel limite, si chiude. In realtà, lo scorso fine settimane, le chiusure non sono state (quasi) mai necessarie, perché la polizia locale, titolare della sorveglianza nei vari “check point” anti assembramento, ha scelto di intervenire in via preventiva. Ovvero: al minimo capannello di persone (magari anche involontario, semplicemente in attesa delle ordinazioni al banco) gli agenti hanno proceduto ad allontanare le persone.
A Mestre le disposizioni venivano scandite ripetutamente con il megafono, in modo da far sentire la presenza continua del controllo dei vigili e stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di sgarrare. Un sistema che, quindi, oltre a garantire il rispetto delle prescrizioni anti contagio, ha fornito anche un presidio costante in alcune zone note, ultimamente, per essere state teatro di tensioni tra giovani: Campo Santa Margherita da un lato del ponte della Libertà, Riviera XX Settembre dall’altro. Perché, dunque, attendere tanto per riproporre un dispositivo così efficace? Perché esitare sull’applicare o meno un contingente per regolamentare l’”Happy hour” della città? Semplicemente perché si tratta di un provvedimento estremamente impegnativo. Il Comune ha fatto un’analisi costi/benefici prima di prendere la decisione sul da farsi proprio perché un dispiego di forze tale, concentrato in certe zone, è oneroso. Si è deciso, quindi, di riproporre il dispositivo, ma con il 50 per cento degli uomini rispetto a quelli impiegati una settimana fa (anche per non togliere ossigeno agli altri servizi). Ieri sono state registrate un terzo delle presenze rispetto a quelle di venerdì scorso, quindi la situazione è stata decisamente più fluida rispetto a quanto visto qualche settimana fa. Le chiusure a spot continueranno anche oggi e domani, per la settimana prossima si vedrà: Comune e polizia locale valuteranno di weekend in weekend se installare nuovamente le transenne.