MESTRE - Positivo al Covid da due mesi, è costretto a sospendere le cure oncologiche. È la peripezia di un anziano in cura da anni contro un tumore, e una successiva recidiva, all’ospedale dell’Angelo.
TAMPONI CONTINUI
Il quale, in due mesi, ha effettuato una ventina di tamponi, antigenici rapidi ma qualche volta anche molecolari, per verificare ogni tre giorni se arrivasse l’attesa negativizzazione. Ma così, finora, non è andata. «Mai avuto il benché minimo disturbo, fosse anche un raffreddore – prosegue – Il fatto è che quando ho informato il reparto di Oncologia che mi segue, mi è stato comunicato che avrei dovuto sospendere le terapie in quanto non compatibili con il Covid». Dopo due interventi chirurgici, l’uomo aveva fatto un ciclo di chemioterapia che aveva provocato qualche effetto collaterale. Nell’ultimo periodo assumeva dei farmaci per bocca che, tuttavia, in caso di positività al coronavirus non possono più essere prescritti. «E questo non può che preoccuparmi – sottolinea l’anziano – Non capisco perché continuo a essere positivo e nel frattempo constato che i marcatori tumorali sono cresciuti. Mi auguro che la situazione si sblocchi presto per poter riprendere le cure secondo protocollo».
Dall’Ulss 3 Serenissima, il primario di Malatti e infettive Sandro Panese spiega che una positività protratta per così lungo tempo può capitare e, anzi, non è così inusuale. «Non ci sono casi così frequenti, ma neanche così rari – afferma lo specialista – Ne vediamo, in media, uno al mese. È una situazione senz’altro particolare, ma possibile». Inevitabile la sospensione delle cure oncologiche: «Non ci sono linee guida uguali per tutti, ma la valutazione dev’essere sempre personale: tutto dipende da una serie di elementi come la diagnosi, la prognosi, il decorso, la storia clinica, la risposta alle cure, eventuali altre patologie compresenti. Sicuramente i colleghi oncologi hanno operato in tal senso. In linea di principio le terapie contro i tumori abbassano le difese immunitarie e dunque potrebbero favorire il mantenimento della presenza, ma anche della virulenza del Covid. Abbiamo visto in vari casi che è opportuno sospendere in attesa della negativizzazione». Traguardo che l’anziano paziente, dopo due mesi, attende con trepidazione. Con la beffa di non esser mai stato male per il Covid, ma il rischio che il suo tumore, intanto, peggiori.