Covid, i dati dell'Ulss: dieci focolai nel Veneziano, il più grosso in casa di riposo

Sabato 8 Agosto 2020 di Nicola Munaro
La terapia intensiva dell'ospedale di Dolo
VENEZIA - Scovarli e poi circoscriverli per spegnerli, per scacciare quel nemico subdolo che è il coronavirus ora che la risacca preoccupa quasi quanto la prima ondata che aveva chiuso case e attività. Ma se prima il contagio si estendeva a macchia d’olio, lento, costante, inesorabile ma in un certo senso prevedibile, ora il panorama è quello di tanti piccoli incendi distanti tra loro. A volte del tutto scollegati. Improvvisi, e quindi ancora più difficili da individuare fino alla loro epifania. Perché ci sono i contagi nelle case di riposo, e i contagi di ritorno dalle vacanze in un altro stato. Come quelli legati al lavoro. In una giornata, quella di ieri, che ha visto 21 nuovi contagi,  e registrato un decesso a Dolo (310 il totale), il secondo per gli ospiti della residenza per anziani dei Battuti.

I CASI NELL’ULSS 3
Nel territorio gestito dall’Ulss 3 Serenissima di quegli incendi ce ne sono dieci: uno diverso dall’altro. Alcuni più piccoli, altri più aggressivi. E sì che la situazione è migliorata rispetto al picco che c’era stato nelle scorse settimane. Nel periodo compreso tra il 22 luglio (quando la pandemia ha ripreso la propria scalata verso l’alto) e ieri infatti si era arrivati a registrare il numero massimo di 15 focolai, poi via-via spenti dagli interventi dei medici e dall’isolamento fiduciario per interrompere la catena. 
Dei dieci focolai nel territorio dell’Ulss Serenissima, 8 sono d’origine interna e raccolgono 56 casi positivi primari, ovvero primi contagi. Di questi, il più numeroso è quello dell’Antica Scuola dei Battuti, che ora conta 54 casi totali tra residenti, infermieri e operatori socio-sanitari, e 2 decessi: lunedì scorso il primo e ieri il secondo. Sono 6 sono invece i luoghi di contagio familiari mentre 1 è di provenienza lavorativa. 
Tra i cluster familiari, il principale un’intera famiglia di ritorno da un soggiorno in Spagna: si tratta di 5 persone, tutte conviventi, che si sono contagiate tra loro. È un altro caso definito “d’importazione” anche quello che riguarda una persone dell’est Europa che, tornata nel Veneziano, ha contagiato due residenti nel suo stesso comune. Sempre “d’importazione”, ma casi singoli, riguardano 7 contagi: sono per la maggior parte badanti ritornate a Venezia dopo essere state nel proprio Paese d’origine. Proprio per evitare di incappare in altri casi, l’Ulss 3 si è messa in contatto con i rappresentanti della comunità bengalese, romena e moldava, «per incentivare comportamenti adeguati alla prevenzione della diffusione del virus e a fornire istruzioni comportamentali nel caso di presenza di sintomi - recita una nota dell’Ulss - Sono già stati creati dei video che i rappresentanti diffonderanno utilizzando i social e i messaggi». Guardando i numeri al 7 agosto, rispetto al 18 maggio ci sono stati 111 attualmente positivi in meno, 35 nuovi decessi e 239 guariti. Con il crollo dei ricoveri e un aumento vertiginoso (+75.756) di tamponi. 

«La situazione rimane sotto controllo, il virus continua a circolare ma i focolai vengono rilevati e aggrediti nell’immediato», l’analisi del direttore generale Giuseppe Dal Ben.

IL FOCOLAIO AI BATTUTI
Vergine da ogni contagio quando la buriana impazziva, dal 29 luglio i positivi sono cresciuti di giorno in giorno. Ieri sera, alla fine del secondo giro di tamponi, sono stati evidenziati altri 6 nuovi casi: 4 residenti e 2 dipendenti. Il totale, dopo due settimane, racconta di 54 casi positivi: 36 ospiti (di cui 4 ricoverati nel reparto di Malattie infettive a Dolo, mentre gli altri 32 sono isolati al terzo piano della casa di riposo) e 18 dipendenti, tutti a casa propria. Sempre ieri, ai Battuti, da una parte c’è stato il decesso di un ospite di 90 anni e dall’altro il primo negativizzato tra i due ceppi di diffusione del contagio. 

IL REPORT DELL’ULSS 4
Nella prima settimana di agosto i casi di positività al coronavirus nel Veneto orientale sono stati 15: 7 a Jesolo (compresi i migranti ospitati nel centro della Croce rossa), 3 a San Donà, 2 a Portogruaro e 1 ciascuno a Cavallino, Musile ed Eraclea. La maggior parte, fa sapere l’Ulss, sono casi rientrati dall’estero o familiari dei rientrati.
Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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