«Siete veneti? Via di qui». Coppia di Mestre, vacanze in fumo: negato l'imbarco per Ischia

Lunedì 24 Febbraio 2020 di Alvise Fontanella
L'isola d'Ischia nel golfo di Napoli. Un'ordinanza dei sindaci vietava lo sbarco a veneti, lombardi e cinesi
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«Siete veneti? Non posso farvi il biglietto». Napoli, imbarco degli aliscafi per l'isola d'Ischia. Franco, 70 anni, e la moglie Silvana, 65, sono arrivati da Mestre in treno. In tasca hanno una prenotazione, caparra pagata in anticipo, per un soggiorno di una settimana in uno degli alberghi termali dell'isola. Sono in fila, davanti alla biglietteria, con i loro bagagli, puntuali per prendere l'aliscafo delle 16.20. Quando arriva il loro turno, sanno già che il bigliettaio chiederà loro da dove vengano, perché i residenti, naturalmente, hanno lo sconto. «No, veniamo da Venezia» rispondono. Risposta sbagliata: e per Franco e Silvana comincia un film surreale.

L'ORDINANZA
«Non posso fare il biglietto a chi viene da Lombardia e Veneto - spiega il bigliettaio - c'è un'ordinanza che lo vieta. Andate all'imbarco, lì c'è la polizia, ve lo spiegherà». Franco e Silvana, increduli, si spostano sul molo, verso l'aliscafo. C'è confusione, polizia, capitaneria di porto, turisti in attesa d'imbarco. E lì, sul molo, gli viene spiegato
 
che gli imbarchi per Ischia sono stati regolari fino a poco prima, ma che in quel momento è entrata in vigore un'ordinanza firmata dai sindaci dei sei comuni dell'isola d'Ischia. Un'ordinanza che vieta lo sbarco a veneti, lombardi e cinesi. «Sul molo c'era confusione, l'aliscafo era lì che aspettava, c'era la polizia, la capitaneria di porto, noi avevamo la prenotazione, insomma dopo un po' il comandante dell'aliscafo ci dice, salite a bordo. Ci fanno il biglietto e ci imbarchiamo».
Ma la cosa non piace affatto ai passeggeri locali. Scoppia una specie di rivolta. Attorno a Franco e Silvana si fa il vuoto: si levano proteste, la gente col terrore del contagio chiede a gran voce - siamo a Napoli, dopotutto! - il rispetto della legge: «Non è giusto, fuori, fuori, non potete farli salire, c'è l'ordinanza del sindaco, fateli scendere subito, questi ci hanno già unto». Ci hanno già unto. Franco e Silvana mollano. Raccolgono i loro bagagli, sfilano davanti agli altri passeggeri muti, e sbarcano. Vanno alla stazione, prendono il primo treno per Venezia: «Ci siamo sentiti umiliati, appestati, non ci era mai accaduto niente di simile».

L'ordinanza firmata dai sei sindaci di Ischia dispone il divieto di sbarco sull'isola a veneti, lombardi e cinesi. Per i cinesi comunque c'è un occhio di riguardo: il divieto di sbarco non vale per tutti, ma soltanto per i «residenti nelle aree interessate dall'epidemia». Per veneti e lombardi, il divieto è generale. «Cosa sarebbe successo se il Veneto avesse chiuso i confini ai napoletani, nell'ottobre 2018, quando all'ombra del Vesuvio riapparve il colera?», si domandano i turisti cacciati. Per i sindaci ischitani, evidentemente, il contrario si può fare: non serve nemmeno un referendum per l'indipendenza del Regno di Napoli, basta un'ordinanza. E l'imbeccata è venuta proprio da quelle aree politiche che, se il Veneto si fosse mai sognato di chiudere i confini ai napoletani, sarebbero insorte a difesa dell'Italia una e indivisibile: nientemeno che dalla sezione locale del Partito Comunista Marxista Leninista Italiano, che ha sollecitato i sindaci dell'isola ad «attivarsi presso la prefettura e il ministero della salute» affinché siano istituiti nei porti di terraferma «misure di controllo medico per quanti intendano imbarcarsi per Ischia». Detto, fatto. L'allarme monta, la paura degli untori calati dal Nord dilaga: i sei sindaci dell'isola si riuniscono in seduta permanente in attesa di novità dal governo per «bloccare gli arrivi» da Veneto e Lombardia. E poiché il governo non si muove, i sei sindaci napoletani firmano l'ordinanza. Che rimane in vigore poco più di un'ora: non appena atterrata sul tavolo del prefetto di Napoli, è stata annullata per «vari profili di illegittimità». La notizia dell'annullamento raggiunge Franco e Silvana in treno. Ma la coppia veneziana non torna indietro. Chiama l'hotel, scambia la settimana a Ischia con un soggiorno in altra località. «Quello non era il clima giusto per rilassarsi».

LE RAGAZZE DEL CITTADELLA
Ma Franco e Silvana non sono gli unici ad essere stati fermati dal divieto di sbarco a Napoli. Le ragazze del Cittadella Calcio, Serie B femminile, erano già arrivate in città, e ieri avrebbero dovuto disputare la partita col Napoli. Ma quando già si preparavano a scendere in campo, hanno appreso che la partita era annullata. Un'ordinanza del sindaco del Comune di Casamarciano, uno dei comuni della Città metropolitana di Napoli, aveva infatti disposto il «divieto di svolgimento di manifestazioni sportive ad horas (sic...) nei confronti (sic...) di soggetti provenienti dalle regioni della Lombardia e del Veneto». Una gran delusione per le ragazze padovane, compensata forse dalla «piena solidarietà» ricevuta dalle atlete del Napoli. A Franco e Silvana è andata peggio: loro non hanno avuto neppure quella.
 

Ultimo aggiornamento: 18:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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