Un solo contagio nelle ultime 36 ore. L'Ulss: «Ora il peggio è passato»

Martedì 19 Maggio 2020 di Nicola Munaro
L ospedale dell Angelo di Mestre e gli altri presidi sanitari della provincia tirano finalmente il fiato
VENEZIA - «Dal 4 maggio l’andamento è stato incoraggiante, non abbiamo avuto impennate ma una continua discesa di nuovi positivi, ricoveri generali e pazienti nelle terapie intensive. Sono questi gli indicatori che teniamo sotto controllo per analizzare con l’Unità di crisi come sta andando la malattia». 
Quasi tre mesi dopo quel 22 febbraio, quando il Veneziano scoprì di essere entrato nell’incubo coronavirus, il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben, tira le fila. E dice che ora il peggio è passato. «Da più di 36 ore non abbiamo altri casi positivi nell’Ulss Serenissima», precisa il dg sottolineando un dato record capace di far ben sperare, come confermano i dati del solito bollettino della 17 di Azienda Zero. Tra domenica e ieri pomeriggio in provincia (ma nel territorio dell’Ulss 4) c’è stato un solo caso di contagio - la variazione più bassa di sempre - e un solo decesso, all’ospedale di Dolo, di cui non si conoscono le identità mentre sono stati resi noti i nomi delle persone morte nei giorni scorsi: Pierluigi Cadel, 90 anni di Zelarino; Luigia Longo, 91 di Chirignago e Mirco Crivato, 88 anni di Mestre. 
In un bollettino in cui crollano tutti gli indicatori nuovi malati, precisa il direttore, «sono ormai casi sporadici, contagi che si sviluppano magari per strada non rispettando le famose regole. L’invito è di non fare i fenomeni: in giro ce ne sono molti e il loro atteggiamento può portare l’intera comunità a farsi del male. Sarebbe un suicidio sanitario». Che la battaglia sia stata aspra, è sotto gli occhi di tutti. «Il virus ha circolato e ne sono testimonianza i 1800 morti, le 600 persone ancora in ospedale in Veneto, di cui 51 in Terapia intensiva - attacca Dal Ben -. I complottisti, quelli che dicono che si è trattato di un’influenza un po’ più aggressiva, sono imbecilli: di fronte a questi numeri come si fa a dire che il virus non ha circolato? Anzi, ha fatto danni seri. Il virus è sempre lo stesso, non ha perso virulenza ma la gente è stata brava, è un peccato se adesso andiamo a “incasinarci” tutti di nuovo. Se gli indicatori danno una situazione discreta è perché c’è stata un’attività importante di chiusura e un cambio di cultura, pensiamo alle mascherine e al distanziamento sociale. Al momento non c’è una cura migliore, o un’unica cura».
NOALE? NON DOVEVA SUCCEDERE In un Veneziano che ormai vede la fine del tunnel, l’ultima preoccupazione è stata data dal focolaio nella Lungodegenza di Noale: «Lì il virus si è diffuso in maniera abnorme e insolita: non ci aspettavamo che fosse interessato un gran numero di persone. Tutti i Dpi erano stati consegnati. Qualcosa però è successo - bacchetta il dg - e non possiamo permetterci che accada». Mentre nelle case di riposo i positivi ora sono meno dell’1%. 
LA RIPARTENZA Il nuovo corso degli ospedali, inaugurato il 4 maggio, ha trovato seguito nella dismissione da letti Covid del blocco nord delle sale operatorie di Dolo, a cui presto si aggiungeranno i letti di Chirurgia Generale, Urologia e Ortopedia. «Nel giro di una decina di giorni - ha assicurato - avremmo l’attività chirurgica al completo. In fatto di numeri e prestazioni la nuova vita degli ospedali post-Covid si sta avvicinando alle medie 2019. Distanti solo gli accessi al Pronto soccorso: «Le persone hanno imparato che devono venire in ospedale di fronte a casi seri», ha chiosato il dg. 
TAMPONI A VERITAS Intanto Veritas fa sapere che dal 20 al 25 maggio, saranno possibili rallentamenti o ritardi in tutti i servizi gestiti da Veritas nei territori dei Comuni di Venezia, Chioggia, Cavarzere, Cona, Marcon, Quarto d’Altino, della Riviera del Brenta e del Miranese per via dei tamponi Ulss ai circa 2000 dipendenti.
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