Emergenza covid, l'Ulss Serenissima prepara cento posti letto in più

Lunedì 29 Novembre 2021 di Alvise Sperandio
L'ospedale all'Angelo di Mestre
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VENEZIA - Continua la corsa del covid con altri 358 nuovi positivi di giornata in provincia, circa 300 dei quali sul territorio dell’Ulss 3 Serenissima dove, al pari delle altre aziende sanitarie, ci si prepara a quella che il presidente della Regione Luca Zaia ha definito la “tempesta perfetta”.

I numeri alti dei nuovi contagi non possono essere evasi in un solo giorno e, accumulandosi, aumentano il carico di lavoro. Il dato di fatto è che di fronte all’incremento della domanda, la disponibilità di personale è insufficiente.


CONTAGI, SERVIZI E POSTI LETTO
«La coperta è corta, mancano sanitari e stiamo facendo di tutto e di più per avere le forze necessarie affidandoci anche ai libero professionisti, pensionati e specializzandi», conferma Luca Sbrogiò, direttore del dipartimento di Prevenzione. Alla crescita dei contagi, con oltre 5.300 attualmente positivi in provincia a ieri, corrisponde l’incremento dei ricoveri che si sono stabilizzati tra i 60 e i 70 al giorno in area non critica più un’altra decina di terapie intensive dove ci sono soprattutto i non vaccinati, che statisticamente hanno dodici opportunità in più dei vaccinati di finirci. Già è operativo il rafforzamento dei posti letto covid dedicati, in totale un centinaio: 28 nell’hub dell’Angelo di Mestre, una ventina al Civile di Venezia, 37 a Dolo e 15 a Chioggia. All’orizzonte, però, si profila la possibile riduzione di servizi e delle prestazioni, a partire da quelli ambulatoriali differibili, perché non urgenti, come già era accaduto con le precedenti ondate. Oggi se ne potrebbe sapere di più, essendo attesi il nuovo Piano di sanità pubblica regionale mentre indicazioni potrebbero arrivare dal governo e dalla struttura commissariale nazionale. 


LE SCUOLE
Attualmente a preoccupare, e molto, sono soprattutto le scuole, terreno di diffusione del contagio soprattutto per i bambini con meno di 12 anni, quelli che non sono stati vaccinati e che rappresentano un quarto di tutte le positività. «Contiamo ogni giorno una ventina di classi con un caso. Il virus cammina laddove ci sono sacche di non vaccinazioni», dice Sbrogiò. Attualmente le scuole coinvolte sono 81 e le classi 130, i focolai sono 45: 212 gli alunni positivi e altri 862 mandati in quarantena, oltre a 35 lavoratori, docenti e non (gli “ata”: amministrativi, tecnici e ausiliari), positivi e altri 40 allo stesso modo in quarantena. Dei 300 nuovi contagiati giornalieri, un quarto ha meno di 12 anni. Il grande problema si chiama “contact tracing”, ovvero sia la ricerca e il monitoraggio dei contatti dei positivi che emergono dai tamponi, poco meno di 9 mila quelli realizzati in media al giorno. «Venerdì abbiamo tenuto il periodico webinar con 380 docenti collegati. Emerge la difficoltà di trovarsi a gestire così tante positività insieme», spiega Sbrogiò aggiungendo: «Ormai più di qualche volta si rende necessario qualche giorno in più in “dad”, didattica a distanza per il rallentamento del tracciamento che è sempre più oneroso». Solo nella giornata di ieri gli addetti del Servizio d’Igiene e Sanità pubblica hanno chiamato 428 studenti di 29 classi, mentre per oggi ne hanno già in programma altri 529 di 33 classi. 


I VACCINI
Ultimo, ma non ultimo, il capitolo vaccinazioni. «Ci stiamo organizzando per le terze dosi obbligatorie dei sanitari, del personale scolastico e delle forze dell’ordine, rispettivamente 16 mila, 18 mila e cinquemila unità circa da gestire», spiega Sbrogiò. L’obbligo sarà in vigore dal 15 dicembre e dovrà essere assolto in una ventina di giorni, per cui per l’Epifania queste tre categorie dovranno essere a posto. In parallelo, prosegue l’attività vaccinale generale, sia sul ciclo ordinario, con accesso libero per chi ancora non ha fatto la prima dose, che per le terze dosi, addizionali o booster, queste ultime, adesso, somministrabili a cinque e non più a sei mesi dal richiamo. Ieri l’Ulss ha messo a segno circa 2 mila dosi, molte di più di quelle che negli ultimi tempi venivano effettuate nei giorni festivi, mentre nei feriali si attesta sulle 4 mila in totale. Dai dati dei bollettini regionali si evince che quella veneziana è tra le aziende sanitarie più virtuose: «Su una platea di 616.323 assistiti, risulta che abbia fatto almeno una dose il 78,6% della popolazione, secondi dietro Rovigo che è l’unica a sfondare quota 80%; mentre per la terza siamo al 10,8%, secondi dietro a Belluno che sfiora il 12%, ma se calcolata sull’eleggibilità supera il 60% in tutte le decadi dai 50 anni in su», osserva Sbrogiò. L’attenzione è ora rivolta a tutti i nuovi fronti d’impegno decisi a livello nazionale, compreso il via libera alla terza dose degli over 18 anni, a partire dal primo dicembre, e quello per la prima dose anche dei bambini, dai cinque agli 11 anni, che potrebbe partire sotto Natale. Ovviamente, l’azienda sanitaria auspica di poter recuperare il maggior numero possibile di non vaccinati che sono circa 90 mila persone (esclusi gli under 12), di cui la maggior parte è no-vax, mentre solo una minoranza è composta da chi la profilassi non può farla per ragioni di salute. Il super green pass, per vaccinati e guariti, in vigore dal prossimo 6 dicembre. L’Ulss confida che molti altri si convincano anche nei prossimi giorni. 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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