Mestre nord epicentro dei contagi, l'Ulss: "Assembramenti nei centri commerciali"

Domenica 29 Marzo 2020 di Nicola Munaro
L'ospedale di Mestre
VENEZIA - Mille è stato superato già nel primo bollettino di Azienda Zero, quello delle 8. Ai 1.031 contagi totali di ieri si è però arrivati con l’aggiornamento del pomeriggio, quando la contabilità della Regione si è fermata per riprendere poi stamattina. E anche ieri, in una giornata che vede Venezia e la sua provincia superare la quota-simbolo dei mille contagi (55 di giornata, stabili nella media settimanale), non sono mancati i morti: cinque in tutto, quattro solo nell’ospedale Covid di Dolo e uno a Mirano. Martellago il paese più colpito con le morti di Renato Garbin, 77 anni, spirato a Dolo, e di Maria Teresa Boffo, 58 anni, deceduta a Mirano. Sempre a Dolo sono morti ieri Rossano Boscolo Bozza, di Chioggia; una donna di Mestre e un’altra persona di cui non sono state diffuse le generalità. Con i decessi che in totale arrivano a 63, aumentano anche le dimissioni: 79, 4 in più rispetto a ieri. Nell’Ulss 4 ieri sono stati 21 i nuovi positivi: 4 a San Donà di Piave, 1 a San Michele al Tagliamento, 1 ad Annone Veneto, 1 a Cavallino-Treporti, 1 a Concordia Sagittaria, 4 a Eraclea, 1 a Gruaro, 2 a Jesolo, 2 a Meolo, 1 a Portogruaro e 3 a Pramaggiore. Ad oggi sono 52 i ricoverati a Malattie Infettive e 14 in Terapia Intensiva a Jesolo; 22 sono, invece, ricoverate nel reparto ricavato alla casa di cura Rizzola di San Donà di Piave. 
L’ANALISI
Da quando è scoppiata la pandemia, all’1.30 del 22 febbraio, l’area nord di Mestre è la zona che ha pagato il dazio più alto al nemico invisibile in fatto di vite. Con un virus che, si sa, va dove vuole ma predilige i posti in cui è alto il contagio, il perimetro tra Zelarino, Cipressina, Carpenedo, Chirignago, Bissuola, Favaro e Campalto è l’epicentro della tempesta perfetta. Lì si racchiudono 187 dei 239 casi mestrini di positivi a Covid-19. Sempre lì c’è una densità di 18,6 casi ogni 10mila abitanti. E siccome la misura di una grandezza la dà il raffronto, sono 28 i casi della zona di Mestre centro e 24 quelli registrati tra Marghera, Catene e Malcontenta. 
L’AREA COMMERCIALE
Stando all’Ulss 3 Serenissima, che ha registrato tutti i dati, una delle ipotesi percorribili per spiegare questo percentuale è da tenere conto delle calamite di aggregazione. A Mestre Nord sorge infatti l’ampia e frequentata area commerciale con grandi nomi come Auchan, Decathlon, MediaWorld, Obi e IperCoop, che attiravano clienti prima della serrata imposta dal Governo sulla circolazione. E siccome i decessi di questi giorni “con” o “per” coronavirus (16 solo a Mestre) sono figli dei contagi precedenti al lockdown dell’11 marzo, questa potrebbe essere un’interpretazione. «L’appello è sempre lo stesso - sottolinea il dottor Vittorio Selle, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 3 – evitare i contatti interpersonali, restare in casa, osservare le misure igieniche che ci proteggono proprio da quei contatti che non abbiamo potuto evitare, in particolare dopo aver fatto la spesa, dopo aver avuto accesso a strutture sanitarie e a mezzi pubblici, o al lavoro, per chi va». Per l’Ulss non ci sarebbe però un “caso Mestre Nord”: “Il contagio si diffonde anche in famiglia o in gruppo – aggiunge il dottor Selle – e proprio per questo là dove si verifica un caso, arrivano di conseguenza nuovi contagi. E questo può fare la differenza soprattutto in una fase in cui si parla ancora di numeri che dal punto di vista statistico sono relativamente piccoli. Resta il dato che ad oggi in quell’area ci sono 18,6 casi ogni diecimila abitanti, mentre la media provinciale è dell’11 per diecimila abitanti. E va detto che in città ci sono differenziazioni significative: nell’area del Lido ci si attesta a 10,9 casi su diecimila abitanti, nella città storica siamo attorno all’8 su diecimila, e nelle isole si scende intorno al 5 su diecimila».
IN CENTRO STORICO
«La nostra analisi dei dati sul territorio è sempre più accurata – puntualizza il direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben – e siamo in grado di fotografare in modo preciso quali siano le aree più colpite. Questi dati confermano che la percentuale dei casi, cioè delle persone contagiate, è più alta, per quanto riguarda il nucleo urbano di Venezia, nella zona di Mestre Nord, quella che va da Zelarino a Favaro e a Campalto. Per contro, l’area di Mestre centro è tra le meno colpite, seconda solo a quella delle isole dell’estuario». 
L’area più colpita in centro storico è tra San Marco, Castello, Cannaregio con 23 casi; poi l’insieme Lido-Malamocco-Alberoni-Pellestrina con un totale di 22 casi; 21 casi tra Dorsoduro, San Polo, Santa Croce, Giudecca; 3 casi tra Murano e Sant’Erasmo e un solo caso tra Burano e Torcello.
(Ha collaborato Fabrizio Cibin)
Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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