Contagi, il giorno più nero. Altri tre morti di Spinea, Cavarzere e Venezia

Giovedì 19 Marzo 2020 di Nicola Munaro e Diego Degan
La mappa dei casi di coronavirus registrati fino a ieri in provincia di Venezia
VENEZIA - Ancora tre morti. Ancora il coronavirus a mettere l’ultima parola, ieri, sulla vita di tre persone. In un mercoledì che per il veneziano si registra, per ora, come la giornata più nera da quando il 22 febbraio è scoppiata la pandemia (49 i casi in più in ventiquattro ore, punta massima), a spirare per colpa di quel nemico invisibile che entra silenzioso nei polmoni e li uccide dall’interno, sono stati un anziano di Cavarzere, Domenico Stevanin, 87 anni; un’anziana di Spinea e un ultraottantenne di Venezia, residente alla Giudecca. I primi due erano ricoverati nella Terapia Intensiva dell’ospedale di Mirano mentre la terza vittima era da giorni su un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, il Civile. Tutti - come recitata la casistica - erano persone con diverse patologie e un quadro clinico già compromesso, sul quale però Covid-19 ha giocato un ruolo fatale. Stevanin, uno dei tre casi di coronavirus a Cavarzere, era stato portato lo scorso 13 marzo, dopo la scoperta della malattia. Insieme a lui era stata ricoverata anche la moglie che, adesso, si trova all’ospedale di Dolo, con sintomi più leggeri di quelli del marito. I due vivevano poco prima del confine con Chioggia. Le sue frequentazioni, erano chioggiotte, a cominciare dalla parrocchia di Ca' Bianca.

19 MORTI E 450 CONTAGIATI 
Con i loro, salgono così a 19 i decessi per coronavirus nel veneziano: tra le vittime anche il pm Antimafia Francesco Saverio Pavone, l’uomo che inchiodò Felice Maniero e la Mala del Brenta, ucciso dal virus lunedì pomeriggio. Nel conto delle 19 croci veneziane sono inseriti anche una donna deceduta a Treviso il 17 marzo ma residente nel veneziano e Umberto Veronese, il “paziente 1” di Oriago di Mira risultato positivo a Covid-19 ma morto a Padova per emorragia cerebrale.

Alto anche il numero dei contagi che in tutta la provincia di Venezia hanno raggiunto quota 451. Di questi sono 161 le persone ricoverate nei vari ospedali della città e della provincia. Spacchettando ancora di più il numero, sono 47 i casi in Terapia Intensiva - quelli a cui i medici guardano con maggiore preoccupazione - cresciuti di 7 unità soltanto ieri. In una giornata che ha inanellato quattro croci, sfiorando la quota di quattro decessi avuta lunedì scorso. La nota lieta di una giornata comunque infernale sono le dimissioni che salgono a in totale a 23: solo 15 sono state registrate ieri. 

LE STRUTTURE 
Ieri intanto sono iniziati i trasferimenti dei primi pazienti Covid-19 dall’Angelo alla struttura di Villa Salus a Mestre, destinata a diventare un ospedale dedicato per la lotta al coronavirus, così come tutta l’area ospedaliera di Dolo e Mirano

Ciò che però più preoccupa i sindacati è l’aumento dei tamponi da effettuare. «Dobbiamo arrivare a circa 2.000 tamponi al giorno, ora siamo a 300 circa. Come?» si chiede Daniele Giordano di Fp Cgil. Dall’Ulss 3 è stato fatto sapere alle rappresentanze che il potenziamento della diagnostica avverrà attraverso l’utilizzo di attrezzature più sofisticate che saranno montate all’Angelo. Tutta l’attività futura sarà spostata a Mestre lavorando fino a tre turni 7 giorni su 7. 
Ultimo aggiornamento: 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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