Contagi in hotel? L'incubo dei turisti e le garanzie chieste dagli albergatori

Lunedì 11 Maggio 2020 di Giuseppe Babbo
Il mare

JESOLO - Voglia di mare e strutture ricettive pronte a ripartire. Ma ancora troppe incognite: nessun protocollo e, soprattutto, un timore che pesa come un macigno, cioé la paura che un cliente possa rivalersi contro la struttura nella sciagurata ipotesi che risulti positivo al Covid-19. Un incubo che rischia di rappresentare una pericolosa spada di Damocle sulla prossima stagione balneare.

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É per questo che le principali associazioni di categoria hanno già presentato la questione al Governo, per il momento senza ottenere una risposta ufficiale. Federalberghi, oltre ad avanzare una propria ipotesi di protocollo sanitario, ha già chiesto una norma per evitare richieste di risarcimento in caso di contagi in albergo, magari da estendere a tutto il mondo del turismo, stabilimenti balneari compresi. A correre in aiuto potrebbe essere il Dvr, il Documento di valutazione dei rischi obbligatorio per ogni struttura, nel quale quest'anno si aggiungeranno alla lista gli accorgimenti obbligatori anche quelli contro il coronavirus. Un adempimento che potrebbe mettere al sicuro gli albergatori, e in questa direzione è stato chiaro anche Carlo Bramezza, il direttore dell'Ulss 4 del Veneto Orientale, secondo il quale il principio che dovrebbe essere attuato sarà quello già valido per agli altri obblighi igienico-sanitari: se verrà quindi dimostrato il rispetto dei vari adempimenti, per l'albergatore non ci saranno responsabilità, esattamente come accade, per esempio, per i casi di legionellosi.
«É innegabile commenta Alberto Maschio, presidente dell'Associazione jesolana albergatori la preoccupazione c'è, anche perché continuiamo a non avere alcuna certezza. Nonostante i vari e ripetuti appelli non abbiamo alcuna risposta e non sappiamo come organizzarci. Tra le questioni da affrontare c'è anche a quella della responsabilità: a parole è stato spiegato che la volontà è quella di fare una norma specifica per evitare cause e contenziosi, ma è ovvio che serve un atto ufficiale. E il prima possibile, come servono indicazioni chiare anche per come sarà necessario organizzare le nostre strutture. Purtroppo le nostre richieste sono sempre le stesse, continueremo a ripeterle fino a quando non ci saranno delle risposte». Secondo il presidente degli albergatori la situazione ormai ha raggiunto livelli paradossali: «Federalberghi sottolinea Maschio ha presentato un protocollo, mi permetto di dire molto dettagliato. Perché non arriva una risposta? Sulla questione delle responsabilità in caso di contagio esiste il Dvr, lo aggiorniamo alla nuova situazione? Basta deciderlo, ma con una precisazione: come si fa a dimostrare che quel cliente si è infettato proprio all'interno dell'albergo e non per strada? Lo ribadiamo, servono regole e il prima possibile».
Uguale la richiesta che arriva dalla sindaca di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, dove il Comune sta lavorando con Ulss e Regione per redigere un proprio protocollo. «Se non arrivano risposte dal Governo spiega la prima cittadina vuol dire che faremo da soli. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Stiamo studiando le soluzioni migliori, su ogni fronte. E poi abbiamo un valore aggiunto: spazi ampi sia in spiaggia che nelle strutture. Il distanziamento sociale non sarà un problema».
G.Bab.
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Ultimo aggiornamento: 16:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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