Coronavirus. Il cane sta male ma il veterinario è chiuso: fermata e multata mentre lo porta da un altro fuori comune

Sabato 4 Aprile 2020 di Fabrizio Cibin
Coronavirus. Il cane sta male ma il veterinario è chiuso: fermata e multata mentre lo porta da un altro fuori comune
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ERACLEA/JESOLO - Porta il cane dal veterinario, ma viene multata dai vigili. Fa niente che quello del Comune di residenza fosse chiuso e che la proprietaria si sia dovuta per forza recare a Jesolo. E' toccato ad una signora di Eraclea, che poi si è rivolta ad uno studio legale per fare ricorso per l'annullamento della sanzione da 500 euro. Il fatto è accaduto giovedì.

Vedendo che il suo amico a quattro zampe, un simpatico meticcio, non stava bene, contatta il veterinario del suo Comune di residenza, che però non era in servizio. «A quel punto riferisce l'avvocato Alessandro Filippi di San Donà di Piave ha contattato la struttura di competenza per capire quale sede fosse aperta e le hanno riferito che l'unica sede vicina era quella di Jesolo Paese, ad appena sei chilometri dal luogo di residenza». A quel punto la donna si attrezza con mascherina, gel disinfettante e autocertificazione e con il padre alla guida (lei è dovuta stare dietro con il cagnolino che stava male) si è messa in strada per portare il povero animale dal veterinario della vicina cittadina. «Veterinario precisa ancora il legale che ha accertato l'urgenza e lo stato di necessità, come previsto dalla normativa del Decreto del 22 marzo scorso e seguenti». Ma durante il tragitto la donna viene fermata da una pattuglia della Polizia locale. Ai vigili viene spiegato lo stato di necessità, mostrando anche l'autocertificazione che ne dava atto, ma non c'è stato atto: per lei 500 euro di multa, «nonostante la cliente avesse rispettato alla lettera quanto previsto dalla normativa e soprattutto dalle Faq (risposte a domande poste frequentemente sulla questione, ndr) del Governo, che prevedono che, in casi di urgenza, si possono portare gli animali dal veterinario». Come detto la signora farà ricorso, attraverso lo studio legale Filippi, per l'annullamento della sanzione. «Nel rispetto massimo del lavoro delle autorità preposte, che ringrazio fin da subito per l'impegno che stanno adottando in questo momento difficile per la comunità, sarebbe opportuno che venisse fatta chiarezza sulle normative da rispettare - ha commentato Filippi - La miriade di autocertificazioni e decreti che si susseguono non aiuta certo nè i cittadini nè le forze dell'ordine». 
Il legale rileva come, il relegare a sanzione amministrativa ciò che prima era previsto come reato penale, «provoca che ogni comportamento del cittadino è oggetto di discrezionale giudizio dell'organo accertatore, come la Polizia locale per l'appunto, che valuta a seconda dei casi, a sua discrezione, se l'allontanamento rientra in quelle ambigue fattispecie dettate dai provvedimenti di questi ultimi giorni. Credo conclude l'avvocato che ci voglia in primis buon senso ma anche rispetto dei principi della nostra costituzione da ambo le parti, soprattutto in questi giorni, dove vengono fortemente limitate le nostre libertà costituzionali». 
Fabrizio Cibin 

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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