Brugnaro infuriato col governo, ma Baretta tende la mano: «Si deve collaborare»

Giovedì 14 Maggio 2020 di Roberta Brunetti
Baretta

VENEZIA - Difende un decreto che è un «primo passo» verso il rilancio, ricorda il suo impegno nel Governo che ha già assicurato a Venezia un miliardo e 300 milioni. E al sindaco Luigi Brugnaro, che alza i toni, chiede di collaborare: «Solo così si può costruire. Venezia non è morta». Pier Paolo Baretta, da sottosegretario all'Economia e candidato sindaco, non perde la calma né la fiducia. In verità il cosiddetto decreto per il rilancio, già nella sua bozza, è stato accolto male nel veneziano, con i sindaci che hanno accusato il Governo di non aver preso in considerazione le necessità di turismo, città d'arte, località balneari.

«Aspettiamo il decreto che in queste ore sta per essere chiuso - premette Baretta -. Ci sono altri 55 miliardi destinati a questa fase e il rinnovo della cassa integrazione. Per il turismo c'è un fondo per il rilancio, il bonus per le famiglie, i rimborsi per gli affitti, gli interventi per le bollette. Insomma un primo sostegno c'è. Non risolve il problema, ma consente di gestire la transizione».

COLLABORAZIONE NECESSARIA
Baretta non vuole polemizzare con i sindaci che hanno accusato il Governo di non aver preso in considerazione le loro proposte. «Il confronto con i sindaci è serio. C'è chi grida e c'è chi ragiona. E con chi ragiona stiamo portando avanti temi importanti. Nel decreto ci sono 3 miliardi che vengono dati a Comuni e Province per compensare le minori entrate. L'Anci ne aveva chiesti 5. Questo è un anticipo. Ora stiamo discutendo proprio con i sindaci su come erogarli. C'è anche un intervento da 10 miliardi per consentire ai Comuni di pagare le loro fatture e alleggerire così il peso dei bilanci. Sono prime risposte, il confronto continua». Tra le altre novità, il superamento del famigerato patto di stabilità. «Gli avanzi sono già disponibili. Si tratta di sbloccare il passato. Il decreto, ripeto, non è la conclusione del confronto, ma un passaggio». Quando alle ultime dichiarazioni di Brugnaro, «mi sembrano fuori misura». In passato «abbiamo avuto rapporti cordiali e collaborativi e io sono tra quelli che si sono adoperati per far arrivare a Venezia un miliardo e 300 milioni, al di là del colore politico dell'amministrazione. Un flusso che deve continuare. É sbagliato porre il problema in termini polemici». Baretta si dice convinto delle potenzialità della città di rialzarsi: «La preoccupazione è vera, va compresa, non strumentalizzata. Gli aiuti ci vogliono, ma bisogna mettersi insieme per costruire un piano per le ripartenze di cultura, turismo, attività economiche. L'idea di una Venezia morta non esiste».

TRASPORTI & MOSE
Il sottosegretario porta l'esempio dei trasporti pubblici. «Sappiamo tutti che sono un problema. Ora il decreto assegna 500 milioni direttamente alle aziende, senza passare per le Regione. E li assegna in proporzione alle perdite di bilancio dei due anni precedenti: è il problema di Venezia, che non ha più i turisti. Un modo per riconoscerle la sua specificità. Ma anche la Regione deve riconoscere questa specificità e il Comune deve fare un piano per degli orari ben distribuiti e per dei trasporti alternativi, penso ad esempio alle gondole...». Altro tema di questi giorni, quello del Mose, con le piccole medie imprese che non vengono pagate e i soldi bloccati a Roma. «Lo dico da due anni che la gestione commissariale va superata. Abbiamo nominato un commissario straordinario, sia lei a gestire questa fase. Se i soldi sono ancora bloccati è perché la gestione commissariale non ha dato il contributo necessario».
Baretta chiarisce infine il nodo del suo doppio ruolo: di sottosegretario e candidato. «In queste settimane in cui è scoppiata l'emergenza, per me è stato un dovere continuare la mia attività a Roma. Ma quando la campagna entrerà nel vivo chiederò un'aspettativa di uno, due mesi perché va affrontata al 100%. Se poi sarò eletto, come ho sempre detto, lo stesso giorno mi dimetterò da sottosegretario».
 

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