Cinema all'aperto, in laguna il drive-in diventa... barch-in: il film da vedere in barca

Giovedì 30 Aprile 2020 di Raffaella Vittadello
Un drive in
VENEZIA Drive-in in terraferma? Perchè non in laguna, in barca? A Venezia potrebbe chiamarsi “Barch-in”. L’idea è di quattro giovani veneziani, Nicola Scopelliti, Silvia Rasia, Caterina Groli e Luisa Valletti che propongono il “Barch-in” per anticipare la data della ripresa delle attività culturali in un modo completamente diverso, all’aperto e in un modo “autoctono”. E magari un modo nuovo di vivere la cultura in città anche dopo l’emergenza: un film da vedere a bordo di cacciapesca e sanpierote.



Mettono dunque a disposizione la propria esperienza, in qualità di architetti, per l'organizzazione logistica e artistica di proiezioni su specchi acquei delimitati e in sicurezza, i cui spettatori saranno a bordo dei propri natanti (al massimo di dieci metri) a remi o motore. In uno spazio acqueo da concordare con il Comune, che potrebbe essere il bacino interno dell’Arsenale, come era avvenuto nel 1998 in occasione del monologo di Marco Paolini trasmesso dalla Rai in uno scenario mozzafiato.

«Proprio Venezia, che dal 1932 è sempre stata riferimento per il cinema a livello internazionale, non può non rispondere all’appello lanciato da alcuni comuni italiani per riappropriarsi della settima arte, il cinema, in totale sicurezza - hanno scritto i quattro al sindaco per presentare l’iniziativa - Siamo residenti a Venezia, crediamo che le iniziative culturali potranno essere veicolo della ripresa, specialmente in una città come Venezia, dove il principale indotto è dato proprio dal settore culturale, troppo spesso a servizio del turismo. Attraverso una studiata organizzazione logistica, si può rendere disponibile la visione di film all’aperto comodamente seduti sul proprio barchino, mantenendo contemporaneamente le distanze di sicurezza»

Secondo i promotori a bordo di ogni natante ci potrebbe essere un equipaggio composto dal solo nucleo familiare del proprietario della barca, fornito di mascherine e guanti. Per distanziare le barche, si potrebbero fornire gavitelli oppure ci si potrebbe ancorare su disposizione degli organizzatori. Ma avvallano anche un’altra proposta, con l'utilizzo di zattere con posti a sedere limitati per singoli nuclei familiari, in cui la zattera stessa creerebbe l'isolamento dagli altri spettatori.

Per la proiezione sarebbe sufficiente un telone da porre al muro e un proiettore ad alta definizione. Puntano anche sulla tecnologia, per la diffusione dell’audio in streaming, via app dedicata. In questo modo, ogni utente potrebbe ascoltare il film dal cellulare con gli auricolari. Oppure attraverso il “Silent-party” verrebbero distribuite cuffie collegate alla medesima fonte di diffusione, regolata da un tecnico addetto. I giovani puntano a coinvolgere la molteplicità di associazioni culturali anche per spettacoli teatrali e concerti in alternativa ai film



 
Ultimo aggiornamento: 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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