Coronavirus, rivolta degli albergatori: inapplicabili le regole per la riapertura

Venerdì 15 Maggio 2020 di Giuseppe Babbo
La protesta degli albergatori parte da Jesolo
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JESOLO «Quelle linee sono inapplicabili, le rispediamo al mittente». Se negozi, bar e ristoranti scalpitano per aprire da lunedì, gli hotel rimangono nel limbo. Il problema è tutto legato alle linee guida Inail della fase 2, che regolamentano bar e ristoranti ma senza dare indicazioni precise per gli alberghi, formalmente mai rimasti chiusi per effetto di un decreto ma per il divieto di circolazione delle persone. O più semplicemente per l'assenza di ospiti. E in assenza di certezze, per molti sta diventando difficile organizzare la stagione post Covid-19.
LE ASSOCIAZIONI
«Il problema è profondo spiega Alberto Maschio, presidente dell'Associazione jesolana albergatori se la volontà è quella di dare delle linee guida e delle regole generali per tutti, queste non possono essere applicate per le nostre strutture. Facciamo l'esempio del buffet: l'Inail lo vorrebbe vietare, noi proponiamo delle alternative per mantenerlo in sicurezza, coprire i cibi e mantenere il distanziamento sociale: si riesce a farlo nei supermercati, perché non è possibile negli hotel? L'alternativa al buffet è la colazione alla carta, ma non tutte le strutture sono in grado di farlo e in ogni caso bisognerebbe stravolgere l'intera organizzazione. Esistono delle alternative, chiediamo di applicarle». A far discutere è anche la distanza di 4 metri tra i tavoli nelle sale da pranzo: «E' semplicemente una distanza esagerata aggiunge Maschio - : se negli altri luoghi chiusi è sufficiente un metro, perché non può essere così anche da noi? Ci fa sorridere poi l'idea del check in online, all'estero è un'abitudine consolidata, noi lo chiediamo da anni, ma ci scontriamo con i limiti burocratici e normativi, ricordo che solo in Italia esiste l'obbligo di riconoscimento dell'ospite al momento del suo arrivo». E per questo da Jesolo parte un appello al Governo affinché venga preso in considerazione il protocollo proposto ancora due settimane fa da Federalberghi nazionale: «Tutte le associazioni di categoria conclude Maschio hanno presentato delle ottime proposte, nel nostro caso abbiamo sviluppato un lavoro in collaborazione con la Croce rossa e medici specializzati in malattie infettive. Nelle soluzioni proposte si parla di distanze, di sanificazione più frequente, di agevolazioni per le procedure online per il check-in e di installazione di dispenser di igienizzanti all'ingresso di spazi comuni e di distanze per evitare assembramenti. Sono idee di buon senso con l'obiettivo di tutelare la salute di tutti ma anche le nostre attività. Purtroppo non abbiamo ricevuto alcuna risposta e oggi abbiamo bisogno di indicazioni certe. Serve una data di apertura, compreso il via libera agli spostamenti».
Nella riorganizzazione della spiaggia, dovrebbe, il condizionale è ancora d'obbligo, passare la linea suggerita da Unionmare Veneto che ha dato il suo importante contributo con un documento condiviso e sottoscritto da tutte le delegazioni, da Bibione a Rosolina, e che prevede nelle postazioni di noleggio un adeguato isolamento tra operatore e cliente, sanificazione costante dei servizi igienici, delle cabine spogliatoio e di tutte le attrezzature e percorsi differenziati per arrivare sulla battigia evitando assembramenti. «Il confronto è costante commenta Alessandro Berton, presidente di Unionmare - stiamo lavorando per individuare la soluzione migliore. Da lunedì siamo pronti per allestire gli arenili, le spiagge potrebbero aprire a fine maggio».
Ultimo aggiornamento: 14:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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