Comune e Musei cercano una sede per l'antica corderia di Inio

Mercoledì 14 Aprile 2021 di Tomaso Borzomì
Renzo Inizio accanto alla macchina

VENEZIA - Capire cosa fare, come spostarlo, quanto costerà il restauro e dove sistemarlo per darne la giusta visibilità. È questa la promessa di Paola Mar, assessore al Patrimonio, e Gabriella Belli, direttrice della Fondazione musei civici, sul destino del manufatto del Seicento che Renzo Inio usò per dar vita al suo operato di corder.

Un mestiere che è andato via via sparendo, ma che fa parte della storia di Venezia sin dai tempi della Serenissima e dal suo legame con il mare.


MACCHINA ANTICA
Proprio il grande manufatto è stato oggetto di un'interrogazione consiliare inviata dal consigliere comunale Paolino D'Anna, affinché il patrimonio materiale del mastro cordaio non andasse disperso. Un atto che ha fatto seguito ai numerosi interventi sollecitati nello scorso mandato dall'ex consigliere fucsia Maurizio Crovato. «Sono materiali di indubbio valore storico che ora si trovano all'Arsenale. Da Edoardo, poi a Paolo, Benvenuto e Renzo Inio i macchinari sono passati di mano fino al 30 giugno 1993 quando la corderia è stata chiusa», ha esordito D'Anna. Maurizio Crovato, amico di famiglia e per anni interessato alle sorti degli strumenti di lavoro, ha spiegato: «Prima di morire mi disse: anche da morto non dimenticarti di me. Questo è un manufatto in legno di 80 metri acquistato nel 1995 dal Comune per 70 milioni di Lire. In Svezia c'è un piccolo paesino di 5mila abitanti che vive grazie ad un museo sulle corderie, in Francia anche, deve diventare pubblico da subito».


PATRIMONIO DA SALVARE
Sul tema è intervenuto anche il vicepresidente del Consiglio comunale Alberto Fantuzzo, ricordando il passato in cui sentiva il rumore del macchinario: «Bisogna salvare un pezzo del patrimonio della nostra città. È utile per la storia e per i giovani far sapere che c'erano mestieri poco noti, ma utili». Quindi la figlia di Renzo, Fiorenza, ha ricordato il mestiere di famiglia: «La corderia si trovava alla Giudecca, era composta da una grande tesa, vicino c'era il cantiere dove si trovavano utensili, attrezzi e le prestigiose macchine seicentesche, le masiole. Il suono delle macchine ci svegliava alla mattina, sembrava una vera orchestra. Il sogno di papà era donare alla città l'intera corderia in modo che si potesse visitare».
Per questo, Mar si è detta disponibile a trovare una soluzione quanto prima: «Valutiamo le soluzioni, cerchiamo di capire anche sulla base della disponibilità economica, dove metterla». Concorde Belli: «È un macchinario di straordinaria bellezza e cultura manufatturiera oltre che di bellezza per la sua complessità e la tecnologia straordinaria. C'è stata grande difficoltà nel recuperare l'incartamento sulla vicenda, era un caso sfuggito al controllo nel passaggio tra Comune e Fondazione. Dobbiamo cercare una collocazione per il manufatto, fortunatamente Inio ha lasciato una guida per smontarlo e rimontarlo». Da ultimo, la consigliera Sara Visman ha chiesto se fosse possibile renderlo un bene culturale riconosciuto dalla Soprintendenza, in maniera da renderne più agevole il recupero.
 

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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