"Fondi del blind trust al partito di Brugnaro". Il sindaco: «E' regolare»

Domenica 26 Settembre 2021 di Nicola Munaro
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

MESTRE - In principio ci furono i sospetti e le ombre lunghe dei possibili investimenti del sindaco-imprenditore Luigi Brugnaro sui Pili, area di Mestre fronte laguna già di sua proprietà attraverso la società Porta di Venezia, dal 2017 gestita da un blind trust per evitare conflitti d’interesse con il ruolo di sindaco.

Poi, ieri, l’asso più pesante calato dal quotidiano "Domani" che con la notizia di un’indagine dell’antiriciclaggio sui finanziamenti della campagna elettorale del 2020 di Brugnaro (poi rieletto a sindaco di Venezia) alza il tiro di una vera e propria campagna stampa del quotidiano edito da Carlo De Benedetti che ha come obiettivo il primo cittadino di Venezia e fondatore - assieme a Giovanni Toti - di Coraggio Italia.

Secondo la ricostruzione pubblicata da Domani sarebbero finiti sotto osservazione degli ispettori dell’antiriciclaggio 768mila euro di finanziamenti versati a favore della ricandidatura di Brugnaro da parte di due società incluse nel trust. Non solo, perché il faro degli investigatori della Banca d’Italia secondo Domani si sarebbe accesso per la poca trasparenza con la quale sono stati pubblicizzati i due bonifici tanto che a far partire la segnalazione è stato un istituto di credito: per la banca erano versamenti «sospetti».

I fondi infatti sono stati versati da due società riconducibili a Brugnaro, Umana Spa e Consorzio di sviluppo Nordest, verso due associazioni riconducibili (a loro volta) all’attività politica del patron della Reyer, Associazione Venezia 20-25 (che ha come rappresentante legale Morris Ceron, uomo di fiducia di Brugnaro e attuale direttore generale del Comune di Venezia) e Un’impresa in Comune, con rappresentante Stefano Schiavon, consigliere della vetreria Salviati Murano, anch’essa società inserita nel trust. In pratica il sospetto è che due società del trust di Brugnaro imprenditore abbiano finanziato l’attività di Brugnaro sindaco, e questo in contrasto con la volontà di rendere le società dell’imprenditore slegate dalla sua attività pubblica.

Ultimo punto sotto la lente degli investigatori, il fatto che le cifre pubblicate sul sito www.brugnarosindaco.it non corrisponderebbero a quelle transitati sui conti correnti di Impresa Comune ma piuttosto a quelle di Venezia 20-25. Quando Domani aveva iniziato le prime puntate raccontando il sospetto conflitto d’interessi sui Pili (su cui era stato anche fatto un Consiglio comunale ad hoc il 5 novembre scorso per via di una trattativa di compravendita con il magnate di Singapore Ching Chiat Kwong che avrebbe fatto incassare 100 milioni di euro alla Porta di Venezia) Brugnaro aveva parlato di «schizzi di fango» e si era detto pronto a firmare querele.

Ora quelle querele potrebbero diventare richieste milionarie di risarcimento danni, come spiegato dall’entourage del sindaco, secondo cui invece tutto è in regola e alla luce del sole: ieri Brugnaro e i suoi collaboratori erano a un matrimonio, per nulla preoccupati di quanto pubblicato o di quanto sarà messo in stampa nei prossimi giorni. Perché - spiegano - è la legge stessa a permettere a qualsiasi società di un blind trust di sovvenzionare, al pari altre società, enti, associazioni e anche partiti. E che quindi non tocca a Brugnaro rispondere di questi finanziamenti. A sostegno delle proprie tesi, la squadra del sindaco porta anche l’ok pronunciato dalla Commissione di garanzia della Corte dei Conti sulla validità dei finanziamenti avuti dalla lista Brugnaro sindaco per la campagna elettorale chiusa con la rielezione del fondatore di Umana al primo turno, il 20 settembre 2020.

Liste che, sottolineano ancora i fedelissimi, erano state concepite ed erano nate ben prima che si desse il via al progetto nazionale di Coraggio Italia, per Brugnaro e i suoi vero obiettivo dell’intera campagna di stampa. E qui nasce l’ultimo degli interrogativi di una vicenda destinata a non chiudersi a breve: chi ha fornito le informazioni? Difficile pensare a una parte politica del tutto distante dal seno di centrodestra nel quale nasce e si vuole accasare Coraggio Italia. Più volte infatti Brugnaro era stato avvicinato a formazioni come Forza Italia e Lega, delle quali però non ha mai avuto la tessera. Ed è naturale che l’elettorato al quale il sindaco di Venezia punta - giurando di restare a Venezia fino a fino mandato (2025) e non voler candidarsi in Parlamento (nel 2023) - è un elettorato di centrodestra. Persone, quindi, che prima della sua salita alla ribalta nazionale guardavano proprio a Lega e Fi. E che Coraggio Italia sia indigesto più a loro che al Pd o a M5S, è cosa nota.

Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci