«Mance per sistemare meglio le salme» condannata coppia di necrofori dell'ospedale di Dolo

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Luisa Giantin
Mance in obitorio (foto di repertorio)

MIRA - Chiedevano la mancia per sistemare meglio le salme nell'obitorio, condannati due necrofori dell'ospedale di Dolo. Un anno e nove mesi di reclusione ciascuno per i due imputati, che avevano chiesto il rito abbreviato; questa la pena decisa dal Giudice per l'udienza preliminare tenutasi lo scorso 18 gennaio a Venezia. La vicenda ha inizio nel 2018 quando Paolo Lucarda, titolare dell'omonima impresa di onoranze funebri con sede a Mira, stanco delle pressanti richieste di denaro che gli provenivano dai due necrofori dell'obitorio dell'ospedale di Dolo, Lucio Mancin e Roberto Trevisan, interessa della vicenda la direzione medica dell'azienda sanitaria e sporge un formale atto di denuncia querela.

LA "GESTIONE" DELLE SALME
Il sistema della gestione delle salme all'obitorio dell'ospedale di Dolo è cambiato negli ultimi anni, complice anche l'emergenza sanitaria legata al Covid, ma in precedenza era il personale in forze all'obitorio, gli stessi necrofori, ad occuparsi della sistemazione delle salme affinchè fosse il più dignitosa possibile e della loro vestizione prima dell'arrivo dei familiari per la chiusura della bara ed il successivo funerale. Operazioni che ora invece vengono in parte gestite direttamente alle imprese funebri incaricate dai familiari. Nel 2018, quando viene fatta la prima segnalazione da parte di Lucarda alle forze dell'ordine, quella che inizialmente sembrava una piccola mancia di riconoscenza per i servizi resi diventa una indebita e assidua richiesta di denaro per sistemare le salme dell'impresa funebre da parte delle stesse persone incaricate del servizio, ovvero i necrofori dell'obitorio dell'ospedale di Dolo.

E' così che il titolare dell'impresa decide di informare della vicenda sia la direzione medica dell'azienda sanitaria dell'ospedale di Dolo presentando anche una denuncia. Seguono una serie di indagini da parte dell'autorità giudiziaria che si concludono con limputazione dei due necrofori che chiedono il rito abbreviato.

LA SENTENZA
All'udienza preliminare svoltasi in Tribunale a Venezia il giudice ha condannato i due necrofori per il reato di induzione indebita di dare o promettere utilità entrambi ad un anno e nove mesi di reclusione (pena sospesa). Lo stesso giudice ha condannato gli imputati e risarcire alla parte civile Paolo Lucarda, difeso dagli avvocati Damiano Beda e Michele Zatta, 6 mila euro a titolo di risarcimento danni, rimettendo al giudice civile la quantificazione definitiva del danno. «Il sistema di gestione fortunatamente è molto cambiato dai tempi in cui si è svolta questa vicenda - ha commentato Lucarda -. Ringrazio la procura e la magistratura».

(foto di repertorio, archivio Gazzettino)

Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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