Vince il concorso in Regione sfoggiando un finto master. Il gip: «Il caso non va archiviato»

Giovedì 24 Novembre 2022 di Alda Vanzan
Palazzo Ferro Fini
1

VENEZIA - Aveva dichiarato di possedere un master universitario di primo livello e, grazie a quel punteggio aggiuntivo, aveva vinto una selezione interna. Solo che quel master non esisteva. Ora, a distanza di tre anni, il giudice per le indagini preliminari, contrariamente a quanto sostenuto a suo tempo dal pubblico ministero, dice che il procedimento non va archiviato. Per la precisione, ieri il gip Alberto Scaramuzza del Tribunale di Venezia ha ordinato l'imputazione coatta e la restituzione degli atti al pm perché vi provveda entro 10 giorni.
I fatti risalgono all'estate del 2019. In consiglio regionale del Veneto era stata fatta una selezione interna per l'attribuzione di una posizione organizzativa - circa 11mila euro l'anno in aggiunta allo stipendio - ma la vicenda era sfociata in carte bollate. Protagonisti due dipendenti di palazzo Ferro Fini: Roberto Maria de Fornasari von Imifeld, arrivato secondo nella selezione Appo 2019 per la posizione Po-31 Difesa civica, e Annalisa Vegna, che, arrivata prima, si era vista riconoscere appunto 5 punti aggiuntivi come formazione post universitaria grazie a un master che il secondo classificato aveva contestato. Vegna aveva ottenuto 75,25 punti, de Fornasari 72. Quest'ultimo sosteneva che i 5 punti del master non erano ininfluenti, solo che il master in questione non esisteva. O, meglio, a suo dire non era un master di primo livello. Si intitolava Immigrazione. Fenomeni e processi migratori e secondo Marina Folin, referente del Settore carriere post lauream di Ca' Foscari, interpellata da de Fornasari, non era un master di primo livello, anche se era possibile a richiesta ottenere il riconoscimento previa valutazione del Collegio dei docenti. Il direttore del master in questione, Fabio Perocco, interpellato dal segretario generale del consiglio regionale del Veneto Roberto Valente, aveva invece detto che sostanzialmente quello in questione era equiparabile a un master universitario di primo livello specialmente per quanto riguarda il livello delle conoscenze e delle competenze. Allora de Fornasari si era rivolto alla dirigente dell'Area Didattica dell'Università Ca' Foscari, Francesca Magni, il cui pronunciamento era stato netto: «Dalla consultazione degli archivi e delle banche dati dell'Ateneo non risulta alcun Master universitario di primo livello sull'Immigrazione rilasciato nel 2000 alla dottoressa Annalisa Vegna».
Così, il 5 settembre 2019, Roberto de Fornasari von Imifeld aveva presentato denuncia-querela nei confronti di Annalisa Vegna.

E il 17 settembre il segretario generale del consiglio regionale, Roberto Valente, «in autotutela», aveva annunciato di rivedere «la posizione a suo tempo assunta»: l'incarico era stato revocato alla Vegna e conferito a de Fornasari. Ma in tribunale l'iter era appena iniziato.


IL PM E IL GIP
Il 2 dicembre 2019 il pm aveva chiesto l'archiviazione e il querelante si era opposto. Ieri il gip si è pronunciato: Vegna aveva esplicitamente rappresentato il possesso di un master universitario di primo livello che in realtà non possedeva. E ha ordinato al pm l'imputazione coatta.
 

Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci