CONA - Una donna marocchina di professione badante, si è trovata davanti al giudice del Tribunale monocratico per difendersi dalla pesante accusa di abbandono di incapace. Un uomo di 74 anni affetto dal morbo di Alzheimer invalido al 100%.
Il fatto
Tutto è iniziato nell'aprile del 2017, quando il figlio dell'uomo malato si è rivolto a una cooperativa di Padova per reclutare una badante per suo padre. Gli è stata assegnata la governante marocchina e tutto sembrava procedere al meglio.
Fino a quando il figlio si è accorto che il 25 di aprile, sempre dello stesso anno, suo padre aveva passato l'intera notte da solo. Appunto, abbandonato. A quel punto l'uomo, trovato il padre malato senza nessuno che lo accudiva, ha presentato una denuncia contro la badante e sono scattate le indagini. Il figlio, agli inquirenti, ha raccontato di avere ingaggiato la badante attraverso una cooperativa della città.
E sempre secondo il contratto che aveva sottoscritto, la 42enne marocchina avrebbe dovuto prendersi cura del padre anche durante tutta la notte. È così la straniera, difesa dall'avvocato Marco Borella, si è trovata imputata con la pesante accusa di abbandono di incapace. Ma durante il dibattimento è emersa un'altra realtà. Il 74enne malato di Alzheimer dalle 8 alle 16, era accompagnato in un centro diurno. Terminate le otto ore veniva riportato a casa, dove ad attenderlo c'era la badante marocchina. La donna, come previsto dal contratto stipulato con la cooperativa, doveva terminare il suo servizio alle 22. E così ha fatto anche quel 25 di aprile di sei anni fa. In aula il figlio ha però parlato di un altro accordo raggiunto tra lui e la cooperativa: «La badante doveva stare con mio padre anche alla notte».
Due racconti discordanti, fino a quando è stato sentito il responsabile della cooperativa e la verità è venuta a galla. Alla governante marocchina era stato detto solo a voce di proseguire il suo operato per tutta la notte, ma alla stipula del contratto le è stato segnato solo l'orario dalle 16 alle 22. Inoltre, sempre durante il processo, è emerso un altro dato importante in favore della difesa: il 74enne colpito dal morbo di Alzhaimer era seguito da più badanti e non da una sola. Lo ha raccontato davanti al giudice l'autista incaricato di trasportare il malato da casa al centro diurno e viceversa. Così alla fine la 42enne straniera è stata assolta per non avere commesso il fatto. È però stato accertato l'abbandono notturno subito dal settantaquattrenne.
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