«Attacchi troppo offensivi da tifosi e lettori», il Venezia calcio chiude i social

La proprietà Usa mette lo stop: oltrepassato il limite nelle critiche ad personam verso dirigenti e giocatori con toni spesso non giustificati per la loro aggressività

Giovedì 16 Giugno 2022 di Marco De Lazzari
Tifoseria veneziana troppo focosa e aggressiva sul web: il club chiude i canali social
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VENEZIA - «Attacchi troppo offensivi». Il Venezia Calcio chiude ai tifosi la bacheca Facebook. Il risultato sportivo della retrocessione in Serie B c'entra in minima parte, perché a far arrabbiare (dalla scorsa estate) una rumorosa fetta di supporter lagunari, sono stati i modi con cui sono state assunte certe decisioni fuori e dentro il campo. Ed è a dir poco inedito lo "zitti tutti" imposto dalla proprietà statunitense del Venezia Football Club ai propri tifosi, rei, a detta della dirigenza guidata dall'ex numero uno di Wall Street, Duncan Niederauer, di aver oltrepassato il limite nelle critiche ad personam con toni troppo duri e spesso (ingiustificatamente) offensivi.

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LA DECISIONE
Da qui il pugno di ferro con impossibilità di commentare le news sulla bacheca Facebook ufficiale del club, che la scorsa settimana alla richiesta di chiarimenti aveva risposto con un no comment ora superato dall'ennesima e ormai abituale lettera aperta. «Nel corso dell'ultimo anno, la natura dei commenti è degenerata fino a travisare i valori del club, basati su rispetto e inclusione, coesione sociale e sportività, mal rappresentando lo spirito della comunità veneziana nel suo complesso - questa la legittima bacchettata arancioneroverde, prima di esplicitare i propri timori -. L'uso di toni aggressivi e irragionevoli rischia di allontanare tifosi e partner, esistenti e potenziali, con il pericolo ultimo di indebolire il club, la sua economia e la sua capacità di competere ai massimi livelli».
Per dovere di cronaca Niederauer ha raccolto nei mesi anche molti ringraziamenti, per l'impegno del suo consorzio "made in Usa" a favore del Venezia dal 2015 a oggi. Tuttavia, a fare più rumore sono stati gli indici puntati contro alcuni dirigenti-ombra: fin dall'agosto scorso nel mirino il brand director Ted Philipakos, per aver varato la prima maglia oronera priva dei colori arancio-verdi del Venezia-Mestre di 35 anni fa; durante la Serie A è emerso il peso decisionale del director of analytics Alex Menta (operativo dal 2020 e oggi a capo della nuova area tecnica) a discapito dei dirigenti-bandiera Mattia Collauto e Paolo Poggi "esonerati" il 23 maggio scorso.


Una escalation a colpi di striscioni allo stadio Penzo e in città, trasferitasi poi su Facebook, prima gestita bannando i più critici, poi esplosa con l'«unicum» di chiudere del tutto la bacheca persino in occasione dell'annuncio del nuovo allenatore Ivan Javorcic. «Nelle ultime settimane il club ha preso la decisione di disabilitare i commenti in diverse occasioni - prosegue il Venezia Fc -. Il caso più eclatante che ha determinato questa scelta è stata l'eccessiva irriverenza riservata a due giocatori della Primavera (l'islandese Mikaelsson e il lussemburghese Bah, ndr) che hanno appena ottenuto il loro primo contratto da professionisti».

I CRITERI
Venezia che nelle sue Community guidelines precisa di non consentire «attacchi o abusi basati su razza, etnia, nazionalità, sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale, religione o disabilità» nonché «attacchi a soggetti pubblici o privati, compresi i dipendenti del club, con l'intento di denigrarli o diffamarli; vessazioni nei confronti dei dipendenti del club, sui loro social media personali o offline».
E molti tifosi hanno subìto una tirata d'orecchi personalizzata con messaggi privati dai dirigenti o dal profilo ufficiale Venezia Fc dopo le frecciate ironiche che hanno accompagnato il recente acquisto del difensore Francesco Zampano, "stranamente" italiano.

Qualche supporter si era ritrovato bacchettato, dopo aver commentato simpaticamente, «forse l'algoritmo non funziona, chiamiamo il supporto tecnico».

Ultimo aggiornamento: 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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