Tutti in coda per la pace fiscale

Mercoledì 1 Maggio 2019 di Davide Tamiello
Contribuenti in coda all'Agenzia delle Entrate

La coda si vede dalla strada. Esce dagli uffici, fa una serpentina sulla rampa e arriva sul viottolo d’ingresso, tanto da fondersi anche con le auto parcheggiate lungo la via. È l’ultimo giorno per la cosìddetta pace fiscale e per presentare la domanda di rottamazione della propria cartella esattoriale, e sono in tanti a ritrovarsi in fila per essere ricevuti allo sportello riscossione della sede di via Torino dell’agenzia delle Entrate.
 
«Sono qui da un’ora e mezza - spiega qualcuno - spero soltanto di fare in tempo».

Già, perché i limiti sono definiti e ferrei: alle 14.15 si chiude, chi c’è c’è e chi non c’è si rassegni. L’attesa è lunga e snervante, anche perché il lavoro, negli uffici, è frenetico e senza sosta. La situazione è un po’ la stessa in tutta Italia e Mestre non fa eccezione: Stando al Def, le operazioni di rottamazione degli ultimi tre anni dovrebbero garantire nel 2019 incassi per 949 milioni di euro, che saliranno a 1,5 miliardi nel 2020, 1,3 miliardi circa nel 2021, per sfiorare 1,7 miliardi di euro nel 2022. Nell’ultimo giorno utile, in tutto il Paese, si sono contate quasi 1 milione e 320mila domande, di cui oltre la metà (quasi 800mila) avanzate online (sul sito o via mail). I canali web sono rimasti aperti fino a mezzanotte e agli sportelli sono state presentate 540mila istanze. Una situazione che ha spinto il vicepremier Matteo Salvini ad annunciare che prossimamente ci sarà una riapertura dei termini. «Considerato l’enorme successo e la scadenza del 30 aprile in coincidenza con le festività pasquali e i ponti, per andare ancora ulteriormente incontro alle esigenze dei contribuenti, e nello spirito della pace fiscale - affermano in una nota il vice ministro all’Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci - abbiamo proposto al ministro la riapertura del termine». Come funziona? Presentando domanda di rottamazione ter è possibile pagare le proprie pendenze in diciotto rate spalmate in cinque anni, con il vantaggio di non essere obbligati a versare gli interessi di mora e le cosiddette “sanzioni civili”, accessorie ai crediti di natura previdenziale. A Mestre, a qualcuno è andata decisamente bene, come all’imprenditore che doveva allo stato 67mila euro ed è arrivato ad avere uno “sconto” di circa 50mila euro con l’eliminazione delle sanzioni. «Io invece avevo una multa di 500 euro - racconta un anziano - Non l’avevo presa nemmeno io, ma il mio meccanico. Non l’ho pagata, ma con le varie more e sanzioni accessorie sono arrivate ad avere un conto da oltre 5mila euro. Me ne mancano 2.500, gli altri ho dovuto pagarli. Mi hanno detto che dovrebbero togliermi mille euro di multa». Tante le cartelle connesse all’Inps. «Io sono qui per un errore di notifica. Hanno sbagliato a mandarmi le carte e ora mi tocca trattare», spiega un giovane. «Io ho una serie di contravvenzioni Inps per circa 5mila euro - racconta un professionista - non ce la faccio a pagarle tutte subito, ho bisogno di quella rateizzazione». Marco aveva un bar, poi l’ha chiuso e ora deve al fisco ancora 15mila euro di contributi non versati. «Sono stato massacrato da tasse e crisi. Non dormo la notte per questi debiti, la pace fiscale è la mia unica speranza». «Vivo a Marghera da 15 anni - dice una Lyn, che fa l’estetista ed è cinese - e mi sono trovata a dover pagare quasi tremila euro di multe che neanche sapevo di aver preso, con la rottamazione spero di raggiungere un buon compromesso».

Ultimo aggiornamento: 12:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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