Cittadinanze facili ai brasiliani, l'inchiesta si allarga anche a Fossalta

Lunedì 24 Febbraio 2020 di Marco Corazza
Centinaia di brasiliani hanno ottenuto la cittadinanza italiana tra San Michele al Tagliamento e Fossalta di Portogruaro
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Scandalo delle cittadinanze facili il fronte si allarga. Dopo San Michele al Tagliamento anche Fossalta di Portogruaro finisce nel mirino di carabinieri e polizia locale. Gli investigatori coordinati dal Procuratore capo di Pordenone Raffaele Tito hanno scoperto infatti circa 250 brasiliani che risultano a tutti gli effetti italiani con tanto di residenza e di certificato elettorale.
Tutti si sono rivolti all’Ufficio anagrafe del Comune di Fossalta di Portogruaro spiegando di avere dei lontani parenti che vivevano qui e pertanto hanno ricevuto la residenza valida ai fini della cittadinanza nel Bel Paese. 
CARABINIERI
I militari del Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri di Portogruaro hanno esteso le ricerche dopo aver scoperto che 400 brasiliani avevano avviato le stesse pratiche a San Michele. 
Con l’aiuto della Polizia locale del Distretto Veneto est, che comprende proprio Fossalta e San Michele, il gruppo interforze ha scoperto quasi 700 pratiche con il sistema dello iure sanguinis, vale a dire in virtù del fatto di essere nati da un genitore con cittadinanza italiana o avere un ascendente in possesso di questo requisito. Ora carabinieri e agenti della locale dovranno cercare di rintracciare tutti per appurare l’evenatule truffa. 
IL SOSPETTO
Già perchè il sospetto, già fondato in altre parti d’Italia, è che si tratta di un raggiro ai danni dello Stato per garantire ai brasiliani di muoversi liberamente in Eu o magari nel nord America, essendo diventato di fatto cittadini europei. Le ricerche puntano anche sull’ospitalità. Perchè i 250 neo fossaltesi hanno dovuto dichiarare anche la residenza a Fossalta di Portogruaro. Ma in questo caso le indagini sono solo all’inizio e con il weekend in mezzo non è ancora stato accertato se tutti abbiano dichiarato lo stesso indirizzo, un po' come accaduto a San Michele dove i 400 brasiliani hanno “vissuto” negli ultimi due anni in altrettanti appartamenti di San Michele centro e di Bibione.
Non è escluso invece che, come accaduto a San Michele, venga indagato anche qui il funzionario dell’ufficio Anagrafe. Di fatto a San Michele, da quanto s’è potuto verificare, il dipendente pubblico è entrato nel fascicolo dell’inchiesta come atto dovuto. Infatti fra le ipotesi al vaglio degli investigatori anche quella che si tratti di una vittima del mega raggiro ideato per favorire la regolarizzazione in Italia di cittadini brasiliani. Resta da capire perchè proprio in Veneto. Perchè i casi analoghi nella vicina provincia di Pordenone si possono davvero contare sulle dita di una mano.
Tra Fossalta e San Michele invece sono quasi 700 le pratiche per le quali i cittadini carioca avrebbero pagato 5 mila euro ciascuno per un giro d’affari di quasi 3 milioni e mezzo di euro.
Le indagini avviate dalla Procura sono solo all’inizio e ora i carabinieri potrebbero voler allargare il giro per capire se anche in altri Comuni del Portogruarese siano state avanzate richieste di cittadinanza.

Ultimo aggiornamento: 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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