Maxi-saldo per la “Città della musica”: all'asta per poco più di un milione

Lunedì 10 Gennaio 2022 di Fulvio Fenzo
Il complesso sorto a Porto Marghera sull area ex Agrimont

MARGHERA - Uno “sconto” di oltre il 50 per cento. E non per un cappotto o un maglione che passerà presto di moda, ma per un progetto che - quasi vent’anni fa - fece sperare per la rinascita di Porto Marghera “oltre” le industrie. Se è tempo di saldi di fine stagione nei negozi, la nuova asta che si terrà a fine mese per la “Città della Musica” su un’area di circa 12mila metri quadri alle spalle del Parco scientifico tecnologico, è probabile che superi tutte le “offerte straordinarie” possibili: partiti da una perizia del marzo 2020 effettuata dall’architetto sandonatese Stefano Barbazza che aveva fissato in 2,5 milioni di euro il valore dell’intero complesso, dopo una serie di tentativi andati deserti, all’asta fissata per il 28 gennaio prossimo saranno accettate anche le offerte da un milione e 139mila euro. Sperando che, almeno stavolta, si presenti qualcuno.
 

PRISMA DI VETRO
I tanti - quasi tutti - che negli ultimi mesi hanno messo piede al PalaExpo per farsi inoculare una dose di vaccino o effettuare un tampone, forse avranno alzato gli occhi verso il Vega e si saranno chiesti cosa sia quel grande prisma verde, interamente di vetro, tra il Parco scientifico tecnologico e le fabbriche desolatamente dismesse sull’altro lato di via delle Industrie, la strada che si percorre per rientrare verso Marghera costeggiando la Fincantieri. Come il Vega, che si è rimesso da poco in piedi dopo decenni di difficoltà, quel complesso che potrebbe apparire come una “maxi-serra” composto da due edifici in corso di ristrutturazione, originariamente inseriti nell’ex area Agrimont e denominati “magazzino fertilizzanti” ed “ex mensa aziendale”, doveva essere uno dei segni della rinascita della prima zona industriale di Porto Marghera, ospitando nientemeno che la “Città della musica”, un centro d’eccellenza di produzione multimediale sonora, giocando sull’attrattività di Venezia e guardando all’Est Europa. La riconversione dell’ex Agrimont (che passò anche attraverso ad una convenzione con il Comune nei primi anni Duemila) tuttavia si arenò circa 10 anni fa prima di terminare i lavori, con il crac di Nova Marghera (Gruppo Guaraldo), società fallita della famiglia Marinese. 
 

UN’ASTA DIETRO L’ALTRA
Il primo tentativo di vendita risale all’autunno 2020, partendo dal 75% del valore della perizia. Allo studio del curatore fallimentare Maurizio Nardon non arrivò però nessuna offerta, e la scena si è ripetuta 11 marzo 2021 con il secondo tentativo che aveva già visto scendere l’offerta minima a un milione e 406mila euro. Ora (termine per farsi avanti fissato alle 12 del 27 gennaio) si riprova, tenendo anche presente che negli anni sono perfino state cambiate le destinazioni urbanistiche del complesso rimasto al “grezzo avanzato”. Destinazioni che dovrebbero far gola a parecchi: commerciale con attività di vendita all’ingrosso e al minuto, somministrazione di alimenti e bevande, direzionale e ricettiva come foresteria, artigianato e perfino spazio per eventi culturali e spettacolo. Anche se da quelle parti, finora, ha funzionato solo la riconversione del PalaExpo in hub dell’Ulss 3.

Ma questa è tutta un’altra storia.

Ultimo aggiornamento: 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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