Ciclone Covid sui conti del Comune, "buco" di decine di milioni

Mercoledì 2 Dicembre 2020 di Michele Fullin
Ciclone Covid sui conti del Comune, "buco" di decine di milioni
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VENEZIA - La pandemia ha colpito pesante non solo i cittadini e l’economia delle famiglie e delle imprese, ma anche le entrate dell’amministrazione comunale di Venezia che, come si sa, basa sull’indotto turistico (tasse, imposte, tariffe) il budget per tutta una serie di servizi. Ieri, presentando il bilancio di previsione 2021 in commissione, l’assessore Michele Zuin ha assicurato che si chiuderà in pareggio, senza sacrificare servizi e sconti varati negli ultimi anni, ma l’impatto sul 2020 è stato traumatico e le risorse accantonate in passato da brave “formichine” sono sufficienti a far passare una sola nottata. Non due.
Tanto per fornire una grandezza simbolica, l’imposta di soggiorno quest’anno ha fruttato circa 6 milioni (assestato di novembre, quindi un dato ancora presunto) tra gennaio febbraio e l’estate, quando le attività ricettive erano aperte. Trenta milioni in meno rispetto al dato consolidato negli anni, La differenza, per questa voce l’ha messa lo Stato e quindi a consuntivo figurerà un’entrata da 36 milioni. Data la situazione, per il 2021 sono previsti 25 milioni, sperando che il quadro migliori, e comunque l’entrata resterà 36 grazie all’applicazione dell’avanzo vincolato da questa voce per 11 milioni. Un altro dato importante è la Ztl Bus la tassa pagata dai gruppi che arrivano via terra: erano previsti 20 milioni, ne sono arrivati 2.7. E per il 2021 se ne prevedono solo 10.9. Sono un incasso legato al turismo di massa anche le “quotine” sui biglietti a prezzo pieno di Actv. Se nel 2019 avevano fruttato 22 milioni e 800mila euro, quest’anno saranno poco più di un decimo, 2 milioni e 800mila.
Le sanzioni da codice della strada non si possono considerare una voce turistica, ma è indubbio che da esso dipendono in parte. «Mi aspetto 14,4 milioni dal 2020 - ammette Zuin - mentre in previsione ne avevo messi 19,8. Che era un dato già prudenziale, visto che la media degli anni passati era tra i 20 e i 21 milioni». Poi c’è il Casinò, che dai 92 milioni e rotti del 2019 è passato a poco più di 45. La metà e il Comune ha dovuto rinunciare alla sua quota che nel 2019 era stata di 15 milioni per evitare che la società andasse gambe all’aria. Il contributo d’accesso, come è noto, è stato rinviato al 2022 e per il 2021 è stato necessario usare 9 milioni dall’avanzo dell’imposta di soggiorno per mantenere la scontistica sulla Tari a famiglie e imprese decisa nel 2018 e che deve essere “pagata” da entrate turistiche.
Intanto, però, dal Governo stanno arrivando altri soldi. Proprio ieri è stata resa nota dal sottosegretario Achille Variati la ripartizione dei fondi di ristori per gli enti locali, varati in agosto. A Venezia sono destinati circa 24 milioni, in parte già arrivati e in parte in cassa l’anno prossimo. Alla Città metropolitana ne arriveranno altri 6 milioni e 200mila euro. Sono i cosiddetti ristori per le funzioni fondamentali.
Pur con una quarantina di milioni di entrate in meno, il bilancio 2021 mantiene 100 milioni di investimenti netti, per lo più in manutenzioni. Sul Salone nautico sono stati destinati 1,7 milioni, con diversi esponenti dell’opposizione che hanno contestato la scelta. «La scontistica Tari - ha detto con orgoglio Zuin - è stata confermata: -16% per le utenze domestiche, -33% per i negozi di vicinato e -23% per il piccolo commercio».
Per la Fenice il contributo avrà 300 mila euro in meno rispetto allo scorso anno, che è l’importo che andava a finanziare un certo numero di spettacoli aggiuntivi.

Ora, purtroppo non ci sono proprio spettacoli e il quadro non è ancora chiaro per il 2021. Il prossimo anno, infine, la Cosap ridotta per i plateatici non è stata ancora prevista. «Ci aspettiamo un intervento dallo Stato sui plateatici - ha concluso Zuin - Intanto cominceremo a chiedere la prima rata a giugno, in modo da lasciare un po’ di tempo».

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