Ciclismo in lutto per Eugenio Stefani, ex presidente della Gazzera

Martedì 24 Marzo 2020 di Francesco Coppola
Ciclismo in lutto per Eugenio Stefani, ex presidente della Gazzera
Altri due decessi. Mestre si conferma una delle città più duramente colpite dal coronavirus. A una lista già lunga, che contava fino a domenica 7 persone, ieri si è aggiunto una donna di 81 anni, Lucia Lionello, e il 72enne Eugenio Stefani, originario di Pellestrina, morto nella serata di domenica 22 nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale dell'Angelo, dove era ricoverato da 15 giorni.

IMPRENDITORE E SPORTIVO
Quest'ultima scomparsa rappresenta un grave lutto per il mondo dell'imprenditoria e dello sport, e in modo particolare del ciclismo veneziani. Eugenio Stefani era titolare dell'omonima azienda Termoidraulica Arredobagno con sedi a Mestre e a Marghera. In giugno avrebbe compiuto 73 anni. A dare la notizia della scomparsa sono stati la moglie Anna e il presidente della Work Service Videa Fausto Coppi Gazzera, Renato Marin. Lo sport del pedale era sempre stato per Eugenio la più grande passione, in quanto aveva cominciato a praticarlo da giovanissimo, completando poi la carriera agonistica tra gli amatori. Stefani è stato per molti anni presidente dell'Unione sportiva Fausto Coppi Gazzera e, insieme ad un gruppo di amici, tra i maggiori sostenitori della celeberrima corsa a cronometro individuale riservata ai professionisti e denominata i MilleMetri del Corso, che si disputava a inizio autunno in Corso del Popolo, a Mestre. L'attaccamento al ciclismo non lo aveva fermato neanche quando, 30 anni fa, fu vittima di un grave incidente stradale, avvenuto in gara, che lo costrinse ad un delicato intervento chirurgico in cui gli furono inserite due barre metalliche nella schiena che gli tenevano composte le vertebre. Proprio in quell'occasione, agli amici che si avvicinavano domandava se avevano in tasca calamite per il timore di essere attratto per l'abbondanza di metallo nel corpo. Stefani, che oltre alla signora Anna lascia i figli Piero e Chiara, aveva smesso da poco l'attività lavorativa e faceva parte del gruppo di soci onorari della Coppi Gazzera. «Negli ultimi anni dopo che aveva abbandonato l'attività lavorativa lasciando la conduzione dell'azienda ai figli - ha raccontato la moglie - mi ripeteva che si riteneva molto fortunato perché, nonostante i tanti problemi che aveva dovuto affrontare, era affiancato da una grande famiglia con due figli così bravi. Era riconoscente perché la vita gli aveva dato tanto». Le conseguenze di quell'incidente del passato avrebbero dato origine al suo ricovero in ospedale per una trombosi alla gamba. «Sabato 7 - ha concluso la moglie - sembrava avesse una embolia polmonare ed era stato ricoverato in TerapiacCoronarica perché si pensava fosse un infarto. Nei primi quattro giorni pareva che tutto stesse andando meglio, anche se la situazione non era semplice, ma dopo è subentrato il coronavirus ed è stato portato in Terapia intensiva, dove è deceduto».

VENETO ORIENTALE
Anche a Jesolo si allunga il conto delle vittime di Covid-19. È di ieri la notizia, da parte dell'Ulss4, che nel reparto dedicato ai malati di coronavirus nella cittadina balneare, sono spirate tre persone anziane, che erano state ricoverate dopo essere risultate positive al Covid-19. Domenica sono deceduti nell'ospedale del litorale Alda Maitan, 82 anni residente a Gruaro, Bruno Viale, 79 anni residente a Chioggia. Ieri invece è morto Mario Stefenel, 81 anni di San Donà di Piave.

PIANIGA PIANGE BORDIN
In lutto anche Pianiga per Ermes Bordin, 84 anni, morto sabato sera. Un punto di riferimento per la famiglia e il paese, che sente già la mancanza del suo spirito e piange il dolore di non poterlo nemmeno salutare in chiesa. Ermes lascia l'adorata moglie Meri, a cui era legato da ben 61 anni di matrimonio, il figlio Daniele, le figlie Fiorenza e Sabrina, i nipoti. Cresciuto in una famiglia numerosa (erano in 6 fratelli e una sorella) amava moltissimo stare fra i propri cari, dove era l'anima dei ritrovi, inventando rime diverse per tutte le occasioni. Viveva tantissimo il proprio paese, dove aveva la macelleria, prima di cederla e trasferire l'attività a Marano. Non mancava un sabato a teatro assieme alla moglie, giocava a carte al bar e fin da giovane correva in bicicletta, attività che non ha mai smesso di praticare, anche col cognato Roberto.

(hanno collaborato Fabrizio Cibin e Sara Zanferrari)
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