MESTRE - In 150 per urlare la loro solidarietà con la libreria. Una mobilitazione nata spontaneamente quando genitori, insegnanti, bambini e ragazzi, frequentatori assidui de Il libro con gli Stivali nel chiostro di M9, hanno saputo che avrebbe chiuso. E, ieri pomeriggio, si sono presentati tutti davanti alle vetrine per un flash mob che si aggiunge ai tanti appelli arrivati dopo l'annuncio della chiusura.
«Abbiamo preso il logo del Libro con gli Stivali, pubblicato un post sui social e su una chat di WhatsApp, invitando tutte le persone sensibili a prendere gli stivali e presentarsi nel chiostro per urlare tutti insieme Evviva la libreria!» racconta una mamma, fra le organizzatrici del flash mob.
NUOVO APPELLO
«Vogliamo provare a vedere se le istituzioni possono ragionare e trovare soluzioni alternative aggiunge una delle organizzatrici della mobilitazione -, anche se sappiamo che è difficile. Siamo qui in segno di solidarietà e riconoscimento per una realtà che ha dato tanto. Speravamo che la Fondazione rivedesse le proprie posizioni ma, visto che non c'è margine, si può provare a sensibilizzare il Comune per trovare anche una soluzione di comodato d'uso per reagire alla situazione».
La notizia della chiusura della libreria ha suscitato tristezza e rabbia in insegnanti, e numerosi lettori che la frequentavano da quando era in via Mestrina. «É incomprensibile che una fondazione che dovrebbe fare cultura ha detto una signora non faccia qualcosa per aiutare una libreria diventata un punto di rifermento per la città». Qualche minuto dopo le 16, genitori, bambini e tutte le persone con il loro foglio in mano si sono posizionate all'interno del chiostro e lo hanno alzato in alto urlando Evviva la libreria!. Hanno poi chiamato il titolare Nicola Fuochi che, una volta uscito, si è commosso ringraziando tutti tutti partecipanti per l'affetto dimostrato. «Quando si hanno di fronte persone che non hanno voglia di ascoltare - ha spiegato Fuochi le cose non funzionano». Dopo le numerose reazioni alla notizia della chiusura, Fuochi dichiara che non c'è stata nessuna risposta ufficiale da parte della Fondazione. «In questo chiostro sono rimasto da solo, al buio, senza un'insegna, una freccia che indichi l'ingresso a un distretto commerciale - afferma il libraio -. Durante il lockdown avevo chiesto di ridurmi l'affitto, ma la Fondazione non lo ha fatto. E così dal 2020 sono in difficoltà».