Venezia. Il caro energia mette in ginocchio il primo negozio di dischi del centro storico: «Dopo 83 anni chiude il Tempio della musica»

Venerdì 18 Novembre 2022 di Federica Repetto
Il caro energia mette in ginocchio il primo negozio di dischi del centro storico: «Dopo 83 anni chiude il Tempio della musica»

VENEZIA - Cede l'attività lo storico negozio Il tempio della musica. La saracinesca, in ramo del Fontego dei Tedeschi, a pochi passi da campo San Bortolomeo e dal ponte di Rialto, non si è ancora abbassata definitivamente. «Ad avviare l'attività, nel sotoportego della Bissa, era stato nel 1939 - racconta Simone Gabbia - mio nonno Antonio che vendeva le prime radio a valvole che i clienti acquistavano per ascoltare le notizie durante la Seconda guerra mondiale e, successivamente la vendita di elettrodomestici. Dagli anni 50 abbiamo, invece, aperto in calle della Bissa il primo negozio di musica. È qui che vendevamo gli Lp, siamo stati il primissimo negozio di dischi in centro storico. Il fatto è che eravamo noi ad essere grandi appassionati di musica, e volevamo diffonderla a Venezia. Per varie ragioni negli anni 90 abbiamo deciso di cambiare il nome della ditta, da Brancaleon a Il Tempio della Musica. La mia famiglia aveva deciso di investire il proprio futuro tra le pareti di questo negozio, che si trova ai piedi del ponte di Rialto, con grande entusiasmo e tanta passione.

Anche io mi sono appassionato a questa professione, gestire una sorta di libreria musicale non è stato facile, è un settore anche di nicchia ma che affascina ed emoziona».

L'EVOLUZIONE

«L'attività prosegue è andata bene fino al 2016. Non abbiamo avuto problemi con l'acqua alta eccezionale del 2019 ma le vendite sono calate e in quel periodo Venezia era sofferente, c'era sempre l'acqua alta. Poi è stata la volta del Covid-19. I proprietari mi sono venuti incontro in quel momento così difficile e li ringrazio per avermi aiutato, ma adesso ci sono il caro energia e il caro gasolio per le consegne. Non riesco più a rientrare con le spese. È come se dalla fine del lockdown la clientela sia cambiata, sembra preferire le piattaforme di musica classica ai cd-rom. È un cambio di tendenza quasi obbligato, l'abitudine all'acquisto on line ha trasformato l'agire delle persone. Tutto sta precipitando, così facendo si è persa anche quella bellissima abitudine di entrare in negozio, fatta eccezione di clienti e amici storici che continuano a farmi visita, per parlare tra appassionati di musica, guardare insieme gli storici scaffali e le etichette ordinate in maniera meticolosa. Chi veniva da me trovava sempre un buon consiglio, un buon disco, cose rare che ordinavo appositamente pensando ai gusti dei clienti. Sulla vendita della musica classica e dell'opera si basava gran parte del fatturato del negozio, ora purtroppo non è più così, mancano ormai gli appassionati per questo genere di musica».

SENZA RIMPIANTI

Simone Gabbia non ha rimpianti, sa di aver provato di tutto per mantenere la sua attività in centro storico. Da settembre le vetrine del suo negozio riportano piccoli manifesti con scritto cedesi. «Mi sento bene commenta ho avuto una grande soddisfazione fino a quando c'era l'interscambio culturale con i nostri clienti su cantanti e direttori d'orchestra. È stato davvero un bel lavorare. Temo che la mia professione, in questa città, non abbia più senso, tuttavia spero di incontrare qualcuno che abbia veramente voglia di seguire le nostre orme. Probabilmente se prendessero l'attività delle persone più giovani, capaci di attrarre un pubblico più giovane con un buon investimento sul vinile rock e pop, potrebbero rilanciare il negozio. Io, da solo e alla mia età, non me la sento di continuare e ho deciso di cambiare. Non ho ancora un'alternativa, mi mancano pochi anni alla pensione. Sono un appassionato di voga alla veneta e di recente sono diventato allenatore, insegno ai ragazzi. E, al momento cerco di fare il possibile per tramandare a loro questa mia grande passione».

 

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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