In attesa della pensione cercano un artigiano per passare il testimone

Il caso della bottega "Signor Blum" in campo San Barnaba: oggetti di legno colorati apprezzati dai turisti

Venerdì 2 Dicembre 2022 di Marta Gasparon
In attesa della pensione cercano un artigiano per passare il testimone
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VENEZIA - Un altro pezzo di cuore di artigianato locale che se ne va. E non c'entrano la crisi economica, gli anni del Covid o la clientela in calo. Dopo una vita dedicata ad un'attività che ha mosso i primi passi nel 78, Francesca Grandese, Laura Turchetto e Francesca Bampa tutte lidensi hanno raggiunto la meritata pensione. Ma decidere di chiudere definitivamente la società Signor Blum senza prima aver tentato di trasmettere la propria arte a chi desiderasse coglierne il testimone, sarebbe un finale troppo amaro per una realtà nota in città per le suggestive riproduzioni in legno dei palazzi veneziani più conosciuti (e non solo) realizzate a traforo elettrico.

Il che significa che ogni soggetto, pensato per grandi e piccini e nato da un bozzetto, è concepito per essere assemblato come una sorta di puzzle. Tutto rigorosamente a mano. «Non abbiamo fissato una data comunica Grandese, riferendosi alla conclusione del percorso lavorativo ma vorremmo approfittare dei mesi morti come gennaio e febbraio per cedere, vendendo l'azienda. Se non a qualcuno che continui a realizzare le nostre creazioni, almeno ad un artigiano interessato a rilevare anche il laboratorio. Non è importante la nazionalità, ma quello che fa».


LA CESSIONE
Dagli anni 90 la bottega si trova in campo San Barnaba (una volta era nella calle limitrofa e ce n'era una anche a San Samuele e a San Zulian), mentre lo spazio adibito alla lavorazione del legno in multistrato di pioppo si trova vicino alla stazione marittima. «In entrambi i casi siamo in affitto. Si tratterebbe quindi di una cessione dell'azienda». La stessa nata in un momento in cui l'artigianato, a Venezia, era particolarmente fiorente. Ai suoi esordi, Signor Blum era formata da 4 soci, divenuti poi 9 e alla fine 3, e si occupava di produrre oggetti in materiali differenti: dalla canapa per tende in macramè, alla ceramica dipinta a mano, scegliendo infine il legno come materiale d'elezione, via via passato dalle tonalità naturali ai colori brillanti, derivanti da acquarelli o vernici diluite ad acqua. Nel corso degli anni non sono mancate le collaborazioni con artisti veneziani e all'inizio del 1980 la bottega si è trovata impegnata nella ricostruzione guidata dal regista Enzo Cogno per conto del Teatro La Fenice e la Fondazione Autunno musicale di Como delle marionette dei cosiddetti balli plastici di Fortunato Depero.


DOMANDA PIU' DELL'OFFERTA
«Considerando che i veneziani sono ormai sempre meno prosegue Grandese, ricordando come molti prodotti siano esportati all'estero i nostri clienti attuali sono perlopiù turisti. Sì, durante la pandemia i problemi ci sono stati, ma una volta ripreso il lavoro, il 2022 è andato meglio che mai. Tant'è vero che al momento la richiesta è maggiore rispetto a ciò che riusciamo a produrre». Questo a conferma di come le tre donne non cedano perché l'attività va male, anzi. «E proprio questo è uno dei motivi che ci spinge a trovare qualcuno che subentri. Essere artigiani a Venezia è difficile, ma non continuare sarebbe un peccato. Ora che siamo in via di chiusura i clienti veneziani storici si dicono molto dispiaciuti». Se da un lato il tema dello spopolamento è realtà, dall'altro proprio l'artigianato potrebbe rappresentare «uno dei fattori che può aiutare la città a ripartire. Anche perché chi vi lavora, magari poi sceglie di viverci. Se qualcuno fosse interessato a subentrare, metteremmo a disposizione le nostre conoscenze finché non ingrana». Roberto Paladini, segretario cittadino della Cna, al cui e-commerce Venice original le tre artigiane hanno aderito, sostiene l'intento delle titolari. «Per la qualità dell'economia e della vita di Venezia dice è importante che attività con decenni di storia non scompaiano e che i laboratori artigiani non siano sostituiti da rivendita di merce dozzinale. Ormai anche il turismo chiede di conoscere il saper fare più nobile della città».
 

Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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