Chioggia. ​Ponte pericoloso, il Porto pronto a pagare le verifiche

Martedì 7 Luglio 2020 di Roberto Perini
Chioggia. Ponte pericoloso, il Porto pronto a pagare le verifiche
CHIOGGIA - «I lavori sul ponte delle Trezze si sarebbero dovuti concludere entro il dicembre scorso, così com'era stato inizialmente prospettato. Il Comune e l'Anas si sono, invece, persi tra una discussione e l'altra. E adesso, dopo nove mesi di ping pong, tocca perfino constatare che l'ente delle strade nazionali, presumibilmente a corto di fondi, non risulta nemmeno in grado provvedere, immediatamente, in proprio nemmeno al sopralluogo grazie al quale si potrebbe rapidamente stabilire il reale peso massimo che la struttura potrebbe reggere, nell'attesa dell'intervento ormai lasciato slittare a settembre. Tutto questo è accaduto mentre i traffici crollavano giorno dopo giorno, proprio a causa del limite di carico vigente (44 tonnellate) deciso nel novembre scorso, sulla base di osservazioni non approfondite». 

LA POLEMICA
Lo afferma Alfredo Calascibetta, presidente del Comitato per il rilancio del porto di Chioggia. «Sta di fatto aggiunge che adesso, per tagliare i tempi, l'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale si è offerta di pagare la parcella ad un ingegnere specializzato, in modo che egli possa provvedere tempestivamente ai test. Qualora, dalle verifiche, dovesse emergere che, nell'attesa del compimento dei lavori, il varco sul tratto translagunare della Romea potrebbe sopportare il passaggio dei trasporti eccezionali vitali, lo scalo di Val da Rio potrebbe seppur parzialmente riprendersi. Quest'eventualità è emersa nel corso di due incontri (tenutisi rispettivamente il 14 maggio ed il 25 giugno) cui abbiamo partecipato assieme all'Anas ed ai responsabili della Port Authority». 

Calascibetta, per l'occasione, non le manda a dire ai politici, nei mesi scorsi, si sarebbero resi protagonisti di un inspiegabile tira e molla, nonostante l'estrema gravità della situazione. 

LA CRISI
Lo scalo di Val da Rio, com'è noto, è alle prese con una crisi senza precedenti a causa dalla concomitanza di troppi fattori negativi. Oltre alla sospensione della spedizione di merci pesanti, i canali portuali in secca impediscono il passaggio delle navi di media stazza. La pandemia ha fatto il resto. 

«I dipendenti delle imprese portuali ricorda il portavoce delle principali aziende specializzate nella logistica internazionale sono tutti in cassa integrazione. Altri lavoratori, rimasti addirittura senza stipendio». 

Calascibetta conclude rammaricandosi del fatto che il Comune «non ha nemmeno provato a battersi affinché l'Anas provvedesse ai lavori durante il periodo del lock down, quando la Romea era praticamente deserta. Mentre tutte le attenzioni si concentravano sul turismo, la portualità veniva letteralmente abbandonata in balia di se stessa».
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